Dizionario Massonico A – F

Abbraccio: In Massoneria è un segno indicante l’amicizia fraterna che unisce tutti i componenti della Istituzione. É triplice, ed è accompagnato da un bacio prima sulla guancia destra, poi sulla sinistra, poi ancora sulla destra.

 

Abbreviazioni: Riduzione grafica di una parola o di una frase per mezzo di una sigla od in altra forma convenzionale. La Massoneria ha adottato, fin dalle sue origini, un ampio elenco di nomi, parole e frasi usati in forma abbreviata, specie per iscritto. Tra quelle tuttora più usate troviamo: ¨ A.A.O.N.M.S. = Ancient Arabic Order of the Nobles of the Mystic Shrine – ¨ A.D. = Anno Domini (come l’E.V.): l’anno calendariale – ¨ A.G.D.G.A.D.U. = Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo – ¨ A.G.D.S.A.D.M. = Alla Gloria del Supremo Architetto dei Mondi – ¨ A.I. = Anno Inventionis: l’anno distintivo del Royal Arch, ottenuto aggiungendo 530 all’anno calendariale – ¨ A.L.A.M. = Antica Libera ed Accettata Massoneria – ¨ A.O. = Anno Ordinis (l’anno Templare, ottenuto sottraendo all’anno considerato 1118, anno di fondazione dell’Ordo Templi) – ¨ A.P.R.M.M.: Antico e primitivo Rito di Memphis e Misraim – ¨ A.Y.M. = Ancient York Masons – ¨ E.V. = Era Volgare (come l’A.D.): l’anno calendariale – ¨ FFrr\ = Fratelli – ¨ Fr\ = Fratello – ¨ G.A.D.U. = Grande Architetto dell’Universo – ¨ G.L.D.I. = Gran Loggia d’Italia – ¨ G.L.R.I. = Gran Loggia Regolare d’Italia – ¨ G.M. = Gran Maestro – ¨ G.O.I. = Grande Oriente d’Italia – ¨ L. = Loggia – ¨ M.V.- = Maestro Venerabile – ¨ L.U.F. = Libertà, Uguaglianza, Fraternità – ¨ R.A.M. = Royal Arch Masons – ¨ R.C. (R+C) = Rosa Croce – ¨ R.L. = Rispettabile Loggia – ¨ R.S.A.A. – Rito Scozzese Antico ed Accettato – ¨ S.L. = Sacra Legge, il Libro Sacro, la Bibbia – ¨ R.S.I. = Rito Simbolico Italiano – ¨ T. = Tempio massonico – ¨ T.F.A. = Triplice Fraterno Abbraccio – ¨ V.L. = Vera Lux (anno massonico, ottenuto aggiungendo 4000 all’anno considerato). Da notare che assai spesso, in luogo dei punti tra le lettere, vengono usati i tre puntini (:.).

 

Abif: Nell’Antico Testamento è il nome associato ad Hiram (padre, maestro) nel libro delle Cronache (II, 2, 13). Era figlio d’una vedova di Tiro, della tribù di Neftali, esperto nella fusione e lavorazione del rame. Invece nella leggenda del terzo Grado di Maestro Massone (v.) egli è esperto nella lavorazione di tutti i metalli, nella tessitura, nella lavorazione delle pietre, in falegnameria ed in carpenteria. Questa lo vede anche nominato da re Salomone alla carica di sovrintendente ai lavori di costruzione del Tempio di Gerusalemme, per cui diresse l’opera degli oltre 70.000 operai addetti ai lavori. Il nome A. è in forte disuso nella Massoneria azzurra, da cui è praticamente scomparso, mentre viene tuttora frequentemente usato nel Rito Americano o di York.

 

Acacia: Simbolo particolarmente importante nell’Istituzione Muratoria, nel rituale d’iniziazione (od elevazione) al Grado di Maestro Massone. Infatti l’A. è al centro della leggenda di Hiram dal cui corpo germoglia, consentendo poi ai Maestri che lo ricercano di individuarne la sepoltura e di identificare i Compagni che lo hanno ucciso. L’A. è anche considerata emblema: dell’iniziato che esce dalla bara di Osiride (v.) per trasformarsi in Horus (v.); dell’Agnello di Dio (Cristo) che resuscita; della resurrezione (morte e rinascita) che ogni uomo dovrebbe operare in sé superando i vizi e le passioni umane.

 

Accettato: Si dice che i moderni Massoni speculativi (o Moderns) furono accettati dagli operativi (Ancients) quasi tre secoli orsono, creando la moderna Libera Muratoria. In realtà i Massoni operativi erano in forte declino, anche per mancanza di lavoro. Gli esoterici speculativi, specie i Rosa+Croce, si imposero facilmente su di questi, adottando la loro simbologia operativa ed imponendo i propri rituali, allegorie e metodi di ricerca interiore per l’evoluzione degli Iniziati. La corrente denominazione completa della Fratellanza è “Antica Massoneria Libera ed Accettata”.

Affiliazione: Atto formale di ricezione di una persona nell’ambito famigliare od associativo.La Massoneria presuppone la reale attività dei suoi membri, per cui ogni Massone è tenuto ad affiliarsi ad una Loggia che opera nella località (denominata Oriente) in cui egli risiede. In Massoneria occorre essere liberi da altre appartenenze, presentare i certificati richiesti allegandoli ad un’apposita domanda indirizzata al M.V. della Loggia cui si intende aderire. Tale Loggia deciderà poi se accettare tale domanda, a meno che l’interessato provenga da una località diversa, ed abbia eletto residenza in quell’Oriente. Nell’ambito del G.O.I. l’affiliazione viene definita “exeat”, ed è regolamentata dall’art. 8 della Costituzione e dall’art. 15 del Regolamento dell’Ordine.

Agape: Termine impiegato per indicare una riunione conviviale tra Fratelli Massoni. L’A. può essere Bianca oppure Rituale. Quella Bianca si riferisce a convivi informali, organizzati in talune occasioni particolari ed aperte alla partecipazione delle donne e dei profani. Di norma tali occasioni coincidono con il solstizio d’Estate (San Giovanni Battista), festa della Riconoscenza, ed in prossimità del solstizio d’Inverno (San Giovanni Evangelista), festa della Speranza. Presso le Obbedienze nordiche tali feste sono definite rispettivamente Festa delle Rose e Festa della Luce. Ai Dignitari vi vengono assegnati posti ben definiti, ed un apposito Rituale viene osservato dai commensali sia nella consumazione delle poche e semplici portate previste, sia nell’esecuzione di sette brindisi, effettuati dal Maestro Venerabile, o da un Fratello da lui appositamente delegato.

 

AGDGADU: Formula massonica abbreviata che significa “Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”, e che comprende ogni possibile raffigurazione personale del rapporto tra Dio e l’Umanità. Nelle cosiddette Logge regolari tale formula è evidenziata nel Tempio, all’Oriente, alle spalle del Maestro Venerabile, intervallando lettere con tre puntini, A:.G:.D:.G:.A:. D:. U:.
Al Coperto:  Espressione massonica rituale impiegata per indicare che i Lavori nel Tempio (v.) sono svolti al riparo da ogni sguardo profano.

All’Ordine:  Espressione rituale massonica pronunciata nel Tempio dal Maestro Venerabile, seguita dall’assunzione da parte di tutti i Fratelli della posizione relativa. Tale posizione, diversa a seconda del Grado in cui si svolgono i Lavori, comporta una posizione, particolare delle braccia e delle mani, stando in piedi.

Anno massonico: Ai fini della datazione valida per tutti i Riti Simbolici della Libera Muratoria, occorre considerare che Marzo é il primo mese dell’anno, e quindi Febbraio é l’ultimo, proprio in accordo con le cadenze dello Zodiaco. Infatti al mese di Marzo corrisponde il primo segno dell’Ariete, mentre a Febbraio cade l’ultimo, ovvero quello dei Pesci (v. Calendario massonico). Nei riti Scozzesi invece l’A. ha inizio in settembre e termina in agosto. Amministrativamente e gestionalmente invece, l’A. è sempre iniziato in settembre, per terminare con la festa di San Giovanni d’Estate (24 giugno). Così continua ad essere in tutte le obbedienze massoniche del mondo, fuorché in Italia, dove a partire dal 1983 il G.O.I. ha deliberato la coincidenza dell’A. con l’anno calendariale normale: inizia quindi il 1° gennaio per terminare il 31 dicembre.
Antichi Doveri: Alle Costituzioni massoniche del 1723 sono annessi gli Old Charges, ovvero gli Antichi Doveri. Questi rivestono particolare importanza per la Massoneria Universale, poiché non si presentano in termini esclusivamente normativi, in quanto sono circonfusi di una vetusta autorevolezza che ne sancisce il valore di principi anziché di norme.

Apprendista: Nella Loggia rappresenta il primo Grado della gerarchia massonica. Nel Tempio ogni A. prende posto lungo la Colonna “J”, posta a settentrione, e si trova sotto la guida, la tutela e la vigilanza del Secondo Sorvegliante della Loggia. Suoi strumenti di lavoro sono il Maglietto (v.) e lo Scalpello (v.), indispensabili per squadrare la pietra grezza, compito fondamentale dell’A. espresso simbolicamente. In Loggia l’A. deve osservare il silenzio più assoluto, e non ha alcun diritto alla parola.

 

Ara: sinonimo latino di altare. Fin dai tempi più antichi rappresenta l’elemento centrale dei luoghi di culto. L’Ara massonica viene impiegata per formalizzare solennemente il patto di associazione tra l’adepto e l’Istituzione. Questa serve sempre da supporto alle tre Luci Maggiori della Loggia (Libro sacro o della Legge, Squadra e Compasso) e, talvolta, alla Menorah.
Archipendolo: Importante attrezzo operativo, indispensabile nell’Arte muratoria. Simbolo della Libera Muratoria, denominato anche Livella (v.).

Architettura:  Arte e tecnica di ideazione, progettazione e realizzazione di edifici ed opere edilizie in genere, per le quali è necessaria la mediazione del disegno.Nel corso della cerimonia di iniziazione al Grado di Compagno d’Arte, secondo un interessante e significativo rituale praticato all’inizio del XIX secolo, il Maestro Venerabile definisce l’A. come segue: «L’A., la più nobile fra le Arti manuali, è la scienza della quale i Saggi dell’antichità si sono serviti per esprimere il loro concetto di Bellezza. Tali Saggi furono i nostri illustri predecessori, che ci trasmisero il titolo distintivo di Massoni, del quale tanto ci onoriamo. Gli edifici della prima età sono poco noti, le città da loro fondate sono scomparse. Se il nome dei più illustri fra quei Maestri è restato ignorato, la Tradizione e la Storia hanno potuto tramandarcene qualcuno. Caino costruì una città chiamata Enoc (Genesi 4, 17); Noé fabbricò l’Arca, nella quale si salvò durante il Diluvio Universale (Genesi 2, 6, 9); Nemroth costruì la Torre di Babele, e pose le prime fondamenta di Babilonia (Genesi 2, 1-9); il nostro Maestro Hiram (v.) fu il costruttore del Tempio di Salomone (1 Re 7, 13); Pietro edificò nell’Asia Minore il Tempio di Minerva a Priene; Dedalo costruì a Creta il famoso Labirinto (v.); e Vitruvio fu il più famoso fra gli architetti romani. L’A. ebbe la sua culla in Egitto, paese originario della Libera Muratoria. Lo studio dell’A. ha lo scopo di far comprendere all’iniziato (v.) la cura che egli deve apportare nella decorazione del tempio che noi vogliamo edificare alla Verità ed al Progresso. Ricordatevi che il solo ornamento che possa convenirgli è la Virtù dei massoni incaricati della sua edificazione»

 

Atena: Dea greca, figlia di Giove, balzata fuori dalla sua dolorante testa dopo un terribile colpo infertogli, su sua richiesta, dal compiacente Vulcano. Le corrisponde la latina Minerva.

Nel Tempio ne viene collocata la raffigurazione nei pressi del Maestro Venerabile, ad evidenziarne la dote principale, la Sapienza, e la virtù consequenziale che lo caratterizza, ovvero la Saggezza.
B: Lettera impiegata come abbreviazione del nome Boaz (v.), che la Massoneria considera sacra, in particolare per l’Apprendista Libero Muratore. È impressa nella Colonna (v.) meridionale, detta appunto degli Apprendisti, posta all’ingresso del Tempio.

Batterie: La Massoneria impiega le B. come supporto nel corso dei Lavori rituali. Consistono nel battere le mani ritmicamente, seguendo la frequenza in genere regolata dalle battute di maglietto del Maestro Venerabile e dei due primi Dignitari di Loggia.
Bellezza: Qualità di ciò che è bello. É lo strumento raffigurato da Venere, che la tradizione affida al 1° Sorvegliante, il quale sovrintende alla colonna “J” dei Compagni d’Arte.

Benda: Di colore nero, copre gli occhi dell’iniziando al Grado di Apprendista (v.), è il simbolo dell’ignoranza che rende il neofita incapace di capire e di muoversi in un ambiente caratterizzato dal simbolismo, qual è appunto il Tempio massonico.

Capitazione: Termine compreso nel linguaggio propriamente massonico, ad indicare la quota annuale che ogni Libero Muratore è tenuto a versare entro i tempi stabiliti o su richiesta del Fratello Tesoriere. Con questo atto ogni adepto contribuisce al sostegno finanziario dell’Istituzione, poiché la C. comprende il recupero delle spese sostenute dal Grande Oriente, dal Collegio Circoscrizionale e dalla Loggia di cui il Massone è membro.

Collare: Fa parte dell’abbigliamento rituale massonico, indossato solo dai Fratelli che ricoprono cariche di Dignitari ed Ufficiali di Loggia, ed è simbolo distintivo della funzione svolta. Al C. viene appeso il Gioiello (v.), che è generalmente didascalico o comunque speculare rispetto alle funzioni dei Dignitari e degli Ufficiali.

Colonne: Le due Colonne poste all’ingresso del Tempio massonico sono rappresentazioni emblematiche dei principi della Forza e della Bellezza, e sono il simbolo della vita. Quella posta a sinistra entrando è di stile dorico (o raramente gotico), sostiene un globo terracqueo (ricorda la serietà e l’importanza dell’impegno assunto da ogni adepto) e porta incisa la lettera “B”, iniziale di Boaz, nome (secondo la tradizione biblica) del proavo di Davide, principe e legislatore di Israele. Simbolicamente rappresenta il principio attivo, l’elemento maschile e la Forza, attributo del 2° Sorvegliante: è al suo fianco che si dispongono gli Apprendisti. La colonna opposta è in stile ionico (o corinzio), sorregge tre o quattro melagrane semiaperte e porta impressa la lettera “J”, iniziale di Jachin (o Jakin), che nella tradizione biblica è il nome del gran sacerdote che officiò l’inaugurazione del tempio di Salomone. Simbolicamente rappresenta il principio passivo, l’elemento femminile e la Bellezza, attributo del 1° Sorvegliante. È la colonna dei Compagni d’Arte. Le melagrane sono oggetto di varie interpretazioni simboliche: ricordano la carità che racchiude tante virtù, l’umiltà, la fecondità, la procreazione e la proliferazione. Inoltre sono semiaperte, per cui se ne può scrutare l’interno, ricordando così l’introspezione (Gnose te ipsum) richiesta al massone, nonché il compito affidatogli di ricerca della Verità attraverso l’esoterismo. Viste congiuntamente, le C. rappresentano l’equilibrio del dualismo nei termini opposti: Forza e stabilità, morte e vita, distruzione e creazione, tenebre e luce, vizio e virtù. Tutto procede in un armonico bilanciamento di coppie, e l’evoluzione procede grazie alle energie che operano in combinazione ed in contrasto, che solo apparentemente sono tra loro in opposizione. Opportuno infine ricordare che i nomi Boaz e Jachin contraddistinguono anche le colonne poste all’ingresso del tempio di Re Salomone, come citato in I Re: 7, 21 nonché in. II Cronache: 3, 17.

Colpe e sanzioni: (G.O.I.) I Liberi Muratori, qualunque sia il loro Grado e la loro funzione, sono sottoposti alla Giustizia Massonica, e vi restano soggetti anche se in sonno o decaduti. Costituisce colpa massonica l’inosservanza dei principi della Massoneria e delle norme della Costituzione e del Regolamento dell’Ordine. Integrano gli estremi della colpa massonica: a) ogni contegno nei rapporti massonici contrario ai sentimenti di rispetto, di fraternità e di tolleranza; b) ogni azione contraria alla lealtà, all’onore od alla dignità della persona umana, ed ogni comportamento, nell’ambito della vita profana, che tradisca gli ideali dell’Istituzione. Il Regolamento dell’Ordine determina le sanzioni, graduandole secondo la gravità della colpa. Il L.M. è considerato innocente fino a che non sia intervenuta sentenza definitiva. Il L.M. sottoposto a procedimento penale dall’Autorità giudiziaria ordinaria per fatti non colposi, può essere cautelativamente sospeso da ogni attività massonica con provvedimento del Gran Maestro. La pendenza di un procedimento penale non preclude il giudizio massonico (Art. 15 della Costituzione dell’Ordine).

Compagno d’Arte: In Loggia è il secondo Grado della gerarchia massonica. Come per il profano è necessario dimostrare d’essere uomo libero e di buoni costumi per aspirare a varcare la porta del Tempio massonico, per essere promosso Compagno d’Arte l’Apprendista Libero Muratore dev’essere in grado di certificare d’aver ormai fatto il suo tempo, essendosi privato dell’influenza dei metalli, e che il suo Tutore (il Secondo Sorvegliante) sia soddisfatto di lui per i progressi acquisiti. Deve soprattutto aver dato prova di applicazione, di zelo e di ardore nel Lavoro (v.) muratorio. Il C. ha diritto di parola,
Copertura: Termine massonico impiegato per indicare la protezione del Tempio da elementi esterni, che potrebbero compromettere la sicurezza dei Fratelli e la riservatezza dei Lavori rituali.

Coppa delle Libagioni: La massoneria impiega la C. nel corso dell’iniziazione al Grado di Apprendista Libero Muratore, allorché il Maestro Venerabile dice all’iniziando: “Io debbo esigere da voi una promessa solenne prestata sulla C. Acconsentite a prestarla”? Dopo di che invita il Maestro delle Cerimonie a portare la C., che il Fratello esperto porgerà poi al profano, invitandolo a bere. Bevuta l’acqua dolce, sul suo onore promette solennemente di mantenere il silenzio più assoluto su tutti i particolari delle prove subite; quindi il Maestro Venerabile gli dice: “Profano, voi dovete conoscere tutta l’importanza di una promessa solenne. Se voi mancaste alla parola così solennemente data … bevete!”, e gli si fa bere l’acqua amara. Infine il Maestro Venerabile conclude dicendo: “Che questo liquido che da dolce è diventato amaro sia per voi il simbolo dell’amarezza e dei rimorsi dai quali sarebbe invaso il vostro cuore se lo spergiuro avesse sfiorato le vostre labbra”.

Coprire il Tempio: Espressione massonica impiegata nel corso dei Lavori Rituali, indicante l’uscita dal Tempio.

Copritore Esterno: I rituali massonici prevedono che un Fratello prenda posto fuori dalla porta della Loggia e, armato di una spada, tenga lontani eventuali profani che intendessero entrare nel Tempio. È Ufficiale di Loggia, denominato anche Tegolatore, in quanto ha anche il compito di verificare la regolarità dei Fratelli visitatori che richiedessero di accedere ai Lavori.

Copritore Interno: Ufficiale di Loggia, avente la funzione di controllo del livello qualitativo dei Lavori. Il C.I. è munito di una spada e di una chiave, strumenti impiegati nel compito di Copertura della Loggia

Delta Luminoso: Nella simbologia massonica è il sacro simbolo dell’Assoluto, nella sua completezza, l’emblema del principio costruttivo di tutti gli organismi. Rappresenta lo schema dell’Essere nella molteplicità infinita delle sue manifestazioni. É costituito da un triangolo equilatero, posizionato con il vertice in alto, con al suo centro un occhio oppure il nome del G.A.D.U. (v.) in lettere ebraiche. Il D. viene posto al centro della parete orientale del Tempio massonico, tra il Sole e la Luna, al di sotto della scritta A.G.D.G.A.D.U., ed è di norma illuminato. Il triangolo è il principale, il maestro dei simboli massonici, ed il suo significato è profondo.

 

Diacono: Termine derivato dal greco diaconoz, inserviente. Il Primo ed il Secondo D. assistono rispettivamente il Maestro Venerabile ed il Primo Sorvegliante durante i Lavori di Loggia (Art. 41 del Regolamento dell’Ordine). Sono detti D. i due ufficiali di Loggia che, nel rituale Simbolico, prendono posto alla destra del Maestro Venerabile (Primo D.) ed alla destra del Primo Sorvegliante (Secondo D.).
Dignitari di Loggia: (G.O.I.) I Dignitari e gli Ufficiali Loggia coadiuvano il Maestro Venerabile nella conduzione della Loggia. Durano in carica un anno e sono rieleggibili. Possono essere eletti Dignitari i Fratelli che abbiano un’anzianità nel Grado di Maestro di almeno un anno. Il Segretario deve aver maturato la stessa anzianità. Sono Dignitari di Loggia: il Primo Sorvegliante; il Secondo Sorvegliante, l’Oratore; il Tesoriere ed il Segretario. Gli Ufficiali di Loggia sono quelli legittimati dalle tradizioni e, come il Segretario, sono nominati dal Maestro Venerabile.

Doveri del Libero Muratore: (G.O.I.) I Liberi Muratori devono osservare gli Antichi Doveri, ed essere fedeli alla tradizione dell’Ordine Massonico Universale, sempre comportandosi da buoni e leali cittadini, rispettosi della carta Costituzionale della Repubblica Italiana e delle leggi che alla stessa si conformino; essi sono reciprocamente impegnati alla ricerca esoterica, all’approfondimento iniziatico ed alla proiezione dei valori muratori nel mondo profano.
Eggregoro: Termine derivato dal greco egregorien, vegliare, impiegato per la prima volta nell’apocrifo Libro di Enoch, dove designa certe entità sovrumane dal carattere piuttosto enigmatico. In tale accezione starebbe a significare colui che veglia. Altre implicazioni si hanno nel suo impiego moderno, introdotto da Eliphas Levi, che diede alla parola la dubbia origine latina di grex, gregge, per cui l’E. starebbe ad indicare un qualsivoglia psichismo collettivo.

Elementali: Aggettivo derivato dal termine Elementi (v.), quindi definente e qualificante caratteristiche o doti di qualcosa in qualche modo connesso ai quattro Elementi primordiali della Tradizione esoterica, ovvero Terra, Acqua, Aria e Fuoco.

Elementi: Fin dall’antichità (v. Anassimene) i quattro E. naturali sono la Terra (solido), l’Acqua (liquido), l’Aria (gassoso) ed il Fuoco (elemento trasformatore della materia). Nel Rituale d’Iniziazione all’Apprendistato, la Massoneria vede nel Gabinetto di Riflessione (v.), con la sua oscurità e le decorazioni simboliche funeree, la Terra in cui è relegato l’uomo.

Esoterismo: Termine indicante genericamente le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli adepti, ai quali è riservata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto. L’E. si contrappone all’Occultismo e soprattutto all’essoterismo (o exoterismo).

 

Etica: Parte della filosofia che si occupa delle azioni e del comportamento dell’individuo in rapporto con la società e con se stesso. L’E. ha per oggetto la determinazione della condotta umana e la ricerca dei mezzi atti a concretizzarla. La Libera Muratoria considera E. l’insieme delle regole e dei principi morali e comportamentali compresi nella Costituzione e nei Regolamenti dell’Ordine, e dibattuti nel corso delle Tornate di Loggia.

Figli della Vedova: Termine usato per identificare i Massoni, risalente alla leggenda della costruzione del tempio di Gerusalemme all’epoca di re Salomone, allorché Hiram, figlio di una vedova e di un fabbro, venne ucciso perché in possesso della Parola Sacra (v.), che sintetizzava e nascondeva ai profani i segreti dell’Arte muratoria.
Framassone: Termine probabilmente derivato da franchezza, che nel Medioevo indicava alcuni gruppi di maestri di mestiere, oppure da Freestone (pietra tenera), oppure ancora dal francese antico franchopere (ottima qualità). Secondo il Francovich (Storia della Massoneria Italiana, Ediz. La Nuova Italia, Firenze, 1974) i termini di “freemasons” (1376) e di “masonfree” (1381), che ricorrono in vari documenti inglesi del tempo, originarono poi il termine francese di “francmaçons” nonché quello italiano di F. o, più correttamente di “Libero Muratore”. Tutti termini derivati dallo spostarsi dei membri delle corporazioni medievali (v. Maestri Comacini) da una parte all’altra dell’Europa. Tali trasferimenti erano favoriti anche dal fatto che almeno fin dal XIV secolo le confraternite dell’arte muratoria avevano ottenuto dalla Chiesa l’affrancamento dai tributi e dalla soggezione alle autorità locali

Fratellanza: Sinonimo di confraternita, è un termine usato nelle associazioni di mestiere medievali ed in taluni ordini religiosi. Definisce tuttora associazioni o società ad orientamento umanitario, filosofico o religioso. É attributo primario della Libera Muratoria, i cui membri si dichiarano l’un l’altro Fratelli fin dal 1774, anno della relativa deliberazione adottata dal Grande Oriente di Francia. F. è sinonimo di Fraternità (v.) e fa parte del Trinomio (v.) muratorio.
Fratelli: Secondo l’Art. 2 della Costituzione del G.O.I., «I Liberi Muratori della Comunione italiana si considerano e si chiamano vicendevolmente F., indipendentemente da ogni differenza di origini, di credenze e di condizioni sociali; si devono, reciprocamente, insegnamento ed assistenza entro i limiti del giusto e dell’onesto; si riuniscono e lavorano nelle Logge (v.), e contraggono i propri impegni massonici sul proprio onore e sulla propria coscienza».

 

Dizionario Massonico G – M

G: Per la Libera Muratoria la lettera “G”, che compare al centro della Stella fiammeggiante (v.) riveste grande importanza. Nell’ambito della comunità italiana, le sono stati attribuiti molti significati: Grande Architetto dell’Universo, Geometria, Gnosi, Genio, Gabaon, Generazione e Gravitazione. Altrove viene interpretata come simbolo di Dio (God oppure Gott) ed ancora Geometry.

 

G.A.D.U.:  Abbreviazione massonica del nome di Dio (v. Grande Architetto dell’Universo).

G. O. I. : V. Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani.

Gabinetto di Riflessione: Il termine identifica uno dei locali costituenti la Loggia massonica. Si tratta di una cameretta oscura, in cui vengono isolati i profani prima della cerimonia di Iniziazione.In quella tenue luce il profano si troverà di fronte un Testamento, che dovrà compilare dopo aver riflettuto sul significato dei simboli che lo attorniano, rispondendo con semplicità e naturalezza estrema alle tre domande che gli sono poste.

GADU: Abbreviazione massonica del nome di Dio, del Creatore, dell’Organizzatore di tutte le cose, dell’inconoscibile, definito dalla Massoneria il Grande Architetto dell’Universo (G\ A\ D\ U\ ). Tale denominazione puntualizza che l’Istituzione massonica non è una religione, in quanto non vi si pongono problemi teologici né vi si indagano le qualità dell’Essere Supremo. La Massoneria non è settaria né faziosa né anticlericale, accogliendo nel suo seno uomini diversi in eguaglianza di posizioni, e di qualsiasi fede religiosa. Tuttavia essa respinge quanti pretendono di esercitare il monopolio di Dio, o di essere gli unici detentori della Verità, ed in nome di tale dogma vuole imporre una fede dannando chi in essa non crede. Contro costoro essa si ribella, affermando che solo nell’adogmatismo possono essere affermati i diritti della libera coscienza e del libero pensiero.
Gioielli: Sono definiti G. le insegne distintive di Loggia, di norma appese con un nastro, sia al collo che come medaglia. In genere vi sono evidenziati il nome, il numero distintivo e l’Oriente di appartenenza della Loggia. Pure G. sono chiamati gli ornamenti, generalmente in metallo, distintivi delle cariche dei Dignitari e degli Ufficiali di Loggia. I principali di questi sono: la Squadra (v.) del Maestro Venerabile; la Livella (v.) del Primo Sorvegliante; la Perpendicolare o Filo a Piombo (v.) del Secondo Sorvegliante; il Libro della Legge (v.) dell’Oratore; le due Penne incrociate del Segretario; la Chiave (v.) del Tesoriere; una Spada dell’Esperto; due segmenti incrociati del Maestro delle Cerimonie; una Colomba dei due diaconi; due Spade incrociate del Copritore Interno e del Tegolatore; il Borsello dell’Elemosiniere, ed una Squadra con appesa una cornice comprendente il triangolo ed i tre quadrati di Pitagora per l’Ex Maestro Venerabile. L’espressione G. immobili indica invece la Pietra Grezza, la Pietra Cubica ed il Quadro di Loggia o la Tavola da Disegno. L’espressione G. mobili indica la Squadra, la Livella ed il filo a Piombo, in quanto possono passare da un Fratello all’altro, a seconda della funzione svolta durante i Lavori.

Gradi Massonici: I Liberi Muratori si distinguono nei tre G. di: Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro Massone. I passaggi di Grado possono essere concessi quando il Fratello abbia dato segni di aver progredito nell’apprendimento dell’Arte Reale e della cultura Massonica, e decorso almeno un anno di vita massonica nel Grado. La Loggia, con domanda motivata al gran Maestro, può chiedere eccezionalmente il nullaosta per l’abbreviazione dei termini di permanenza in uno dei primi due Gradi Simbolici ove il Fratello abbia dato particolare prova di maturità, di cultura massonica e di attaccamento alla Comunione (Art. 10 della Costituzione del Grande Oriente d’Italia).

 

Gradini: Definiti anche scalini, sono sopraelevazioni che consentono al passo umano il passaggio graduale da un livello inferiore ad uno superiore. In Massoneria i gradini assumono significanze simboliche di primaria importanza. Il gradino singolo è quello che distingue il piano del pavimento del Tempio dal livello in cui si sistemano i Fratelli che partecipano al Lavoro rituale. Il pavimento (v.) è situato a livello profano, mentre i Fratelli si collocano ad un livello superiore, conseguito attraverso l’iniziazione muratoria, simbolo della consapevolezza della responsabilità affidata ad ogni Massone di rappresentare un esempio per la profanità, grazie ad un’etica comportamentale acquisita con la comprensione dei principi, delle regole e delle limitazioni imposte ai suoi adepti dalla Libera Muratoria speculativa universale.

 

Grembiule: Il G. è il capo d’abbigliamento massonico principale, e dovrebbe essere in candida pelle d’agnello. Il massone vede nel G.: · il simbolo del lavoro e dell’attività; · il simbolo del corpo fisico e dell’inviluppo materiale di cui lo Spirito si riveste per partecipare da attore protagonista all’Opera Universale; · la protezione della parte inferiore del corpo, sede delle passioni e degli istinti materiali, a significare che nel Tempio solo la parte superiore, sede delle facoltà razionali e spirituali, deve partecipare intensamente ai Lavori.

Guanti: Nel Medioevo l’Apprendista Libero Muratore doveva offrire un paio di G. a tutti i membri dell’Officina. Nella Massoneria moderna invece è il neofita che riceve due paia di G. Il primo paio è destinato a lui: dovrà evitare di macchiarne il candore, poiché le mani del Massone devono sempre essere pure. Il secondo paio sarà offerto dall’Iniziato alla donna che stima di più.

Hiram: Nome che parrebbe derivato dai monosillabi “Hi” (vivo) e “Ram” (elevato), indicante quindi la massima elevazione spirituale raggiungibile dall’uomo. H. è personaggio chiave del rituale d’iniziazione al Grado di Maestro (v.), quindi è collocato al centro della Tradizione massonica, quale architetto sovrintendente ai lavori di costruzione del Tempio di Salomone. Esperto nella fusione e nella forgiatura dei metalli, nella lavorazione della pietra, in carpenteria e falegnameria, secondo una leggenda probabilmente ideata dall’Ashmole ed ispirata al culto di Osiride, sarebbe stato ucciso da tre operai Compagni d’Arte, che intendevano estorcergli la parola di passo da Maestro, onde percepire un immeritato salario superiore. A seconda dei Riti massonici, gli assassini di Hiram assumono nomi diversi.

 

Iniziato: Termine derivato dal latino initium, che indica colui che si avvia lungo il cammino indicato dall’Iniziazione (v.), allo scopo di sviluppare le energie interiori possedute allo stato latente. Sono considerati I. i filosofi ritenuti eredi intellettuali di antiche fratellanze che si occupavano di Ermetismo, di Gnosi, di Qabbalah, di Alchimia, e di quelle scienze spesso definite occulte.

 

Iniziazione: Complesso di riti o cerimonie con cui, presso le popolazioni a livello etnologico (v.), si effettua il passaggio di un membro della comunità tribale da una condizione di vita ad un’altra, oppure si accede ad una società segreta. Nelle religioni misteriche d’epoca classica ed ellenistica attraverso l’I. si passa dallo stato (o mondo) profano a quello sacro. Da epoche immemorabili gli uomini si sono riuniti per comunicare ad altri uomini, in forma rituale e sacrale, l’esperienza di una realtà esistenziale sconosciuta. Durante cerimonie solenni, il candidato, che ha deciso di affrontare tali esperienze e che è stato ritenuto qualificato, inizia un nuovo percorso nella vita, avendo vissuto una nuova realtà. A tale esperienza, del tutto incomunicabile ai non iniziati, viene tradizionalmente dato il nome di Iniziazione.

 

Irregolare: Viene convenzionalmente definita irregolare la Loggia massonica, così come la Grande Loggia od il Grande Oriente, che escluda dai Lavori rituali: a) il Libro Sacro posto sull’Ara massonica con sovrapposti Squadra e Compasso; b) l’evidenziazione nel Tempio della dedica dei Lavori “Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”, nella tradizionale forma abbreviata A\G\D\G\A\D\U\. É anche definito I. qualsiasi organismo massonico che ammetta le donne all’Iniziazione, e quindi agli stessi Lavori muratori.

J: Lettera con la quale si identifica la Colonna posta alla destra della porta d’accesso al Tempio massonico. Essa è l’inizio della parola sacra dei Compagni d’Arte, ovvero Jachin (versione latina) o Jakin (versione nordica), avente il significato di “ben saldo”. Presso le Obbedienze nordiche viene tradizionalmente invertita l’attribuzione delle Colonne e delle relative parole sacre, per cui la Colonna “J” vi diventa attributo degli Apprendisti Liberi Muratori V. Colonne.

Jachin: Così sillabato rappresenta la versione latina, mentre secondo quella nordica è Jakin. Era stata in tal modo chiamata una delle colonne poste circa 3.500 anni fa all’ingresso del Tempio di Salomone, in Gerusalemme (v. Boaz). La Libera Muratoria ha adottato come simbolo operativo, che ne definisce la finalità, la costruzione del Tempio di Salomone, cui fa riferimento anche ritualmente, sia a livello Loggia che in quasi tutti i Corpi Rituali. Il fine ultimo della Massoneria è comunque la costruzione del tempio dell’Umanità. I Massoni tendono a lavorare la propria pietra grezza fin dall’apprendistato, per trasformarla in pietra cubica. Solo allora ogni pietra squadrata potrà far parte della costruzione. Evidente che in realtà si tratta di spogliare l’iniziato di ogni scoria profana residua, attraverso il lavoro assiduo che ognuno deve compiere su se stesso, avendo assimilato quanto ha appreso in Loggia lavorando fianco a fianco con i suoi fratelli. Adottati i principi massonici, li applica anche nella sua vita profana, al di fuori del Tempio, con coerenza estrema. É così che l’uomo libero e di buoni costumi, che è stato virtualmente iniziato diventando Apprendista, diventa Compagno d’Arte, acquisendo il diritto ad esprimere le proprie opinioni. Occorre rilevare che la tradizione delle obbedienze nordiche contempla l’inversione delle Colonne, per cui la “J” vi diventa Colonna e Parola Sacra degli Apprendisti Liberi Muratori.

Landmarks: Termine inglese traducibile in limiti, termini, segni di confine, linee di demarcazione. Fu usato per la prima volta nel 1721, ed è poi stato citato negli atti costitutivi delle Grandi Logge che hanno giurisdizione nelle Obbedienze delle varie nazioni. Il termine viene spesso confuso con regole e principi fondamentali della Massoneria.

 

Lavori Massonici: V. Tornata.

Lavoro: (L. interiore): Il Massone svolge il proprio lavoro in gruppo, insieme con gli altri fratelli di Loggia, o singolarmente. Il suo è un lavoro di ricerca e di costruzione. Nel suo compito egli si avvale degli esempi e del consiglio che gli vengono dagli altri fratelli, pur non trascurando l’aspetto che, per il suo stato di iniziato, ognuno è maestro di se stesso. Il massone per svolgere il suo lavoro utilizza gli strumenti che gli provengono dall’Arte. Essi sono di due diverse natura. La prima è esoterica, in riferimento alle varie forme del pensiero che non sono comunicabili, come l’intuizione, la riflessione, la contemplazione, la meditazione. I simboli, i rituali e le allegorie sono mezzi sfruttati per facilitare l’insegnamento di tali forme di pensiero. La seconda natura è essoterica e si riferisce al raziocinio, alla disciplina e al rigore interiore, che sempre devono accompagnarsi ai lavori interiori. É molto difficile distinguere il confine fra le due diverse nature, esoterica ed essoterica, degli strumenti della Massoneria. In ogni modo, per utilizzarli bene occorre conoscere a fondo l’Arte che comporta la padronanza dei metodi speculativi e operativi della Massoneria. Y (L. massonico): La libertà interiore, almeno considerandola nella sua potenza, dovrebbe essere concepita senza limiti. Succede, invece che siamo soggetti a profonde restrizioni interiori, che ci impediscono non solo la libertà di manifestarci ma addirittura di concepire un accrescimento dei nostri limiti. La maggior parte delle volte siamo noi stessi a costruire i nostri limiti, in genere persuasi da irrazionali timori nei riguardi del diverso. Questo avviene più o meno inconsapevolmente.

Leggenda di Hiram: Di fondamentale importanza nella moderna Libera Muratoria speculativa, la L. è revocata nel rituale per l’iniziazione al Grado di Maestro Massone (v. Hiram).

Leggi naturali: (G.O.I.) Il termine Legge può ingenerare reazioni contrastanti. Da un lato è sinonimo di ordine: non si possono concepire significati e finalità della vita se la legge imperante è una non legge, cioè il caos. D’altra parte l’ammettere a priori l’esistenza di leggi predefinite, senza ricerca di spiegazioni, comporta una visione dogmatica della vita, che tende a porre pesanti limitazioni, non solo alle nostre libertà ma anche alle nostre responsabilità. Osservando l’evoluzione, ci appare evidente che la vita tenda verso un ordine crescente, ottenuto con grandi sforzi da parte degli esseri viventi che della vita fanno parte. Questo presuppone l’esistenza di L., la cui scoperta e libera interpretazione è sempre lasciata alla responsabilità ed all’iniziativa di chi vive. Sembrerebbe perciò che la vita sia attratta ed ispirata da un Ordine superiore, e che compito degli esseri viventi sia di scoprire ed interpretare, seguendo le proprie ispirazioni interiori, i significati di tale Ordine.

Libero Muratore: Nome alternativo con il quale viene definito il Massone (v.).

Libero: Termine impiegato per identificare chi non ha padrone, contrapposto quindi a schiavo. È veramente L. chi: gode di piena libertà fisica, di azione, di espressione del pensiero e di movimento; ha il potere di decidere in modo autonomo e di agire secondo la propria volontà; non è sottoposto a vincoli, obblighi ed impegni; non è condizionato né limitato da legami familiari o sentimentali; non accetta alcun tipo di legame come necessario ed indispensabile; non è sottoposto ad autorità dispotiche od a norme o sistemi tirannici. Il termine L. applicato all’essere umano significa non accettare di farsi dominare dai potenti, e non desiderare di dominare gli altri, specie se inermi. L. è colui che detiene il potere di decidere in modo autonomo, e di agire secondo la propria volontà. Per chi è veramente L., il potere di tipo profano, frutto di convenzioni mutevoli, non ha mai carattere sacro: chi é affascinato da tale potere non potrà mai essere “Libero”. È L. colui che aspira ad emanciparsi dai vincoli della società, della classe, della razza, del partito e della stessa religione. È L. chi non subisce supinamente condizionamenti esterni, non ha pregiudizi e non è vincolato da preconcetti e da dogmi di qualsivoglia natura. Nel rispetto della Libertà altrui, è L. colui che compie o non compie certi atti esclusivamente secondo la determinazione della propria volontà guidata dalla coscienza.

 

Libertà: Significa facoltà di vivere, di muoversi, di agire e di esprimersi in modo autonomo, secondo la propria volontà e la propria natura, senza essere sottoposti a limitazioni e costrizioni di alcun genere. Y (G.O.I.) Ogni essere vivente deve sempre godere della L. di manifestarsi nella vita, secondo le proprie dignità, qualificazione e possibilità. Si hanno due generi di L.: quella esteriore e quella interiore. Nella vita esse si compenetrano a vicenda, pur essendo di natura differente. La L. esteriore è quella che consente di partecipare pienamente alla vita esteriore. Senza di essa, la dignità degli esseri viventi non può raggiungere i livelli che ad essa debbono competere. La L. interiore è quella che consente di cercare senza vincoli la propria identità. Ad essa si oppongono i dogmi, quelli che ci vengono proposti dall’esterno e quelli la cui origine è interiore, che sono assai più insidiosi e difficili da combattere, perché spesso non affiorano chiaramente alla coscienza. Per i motivi addotti, è compito di ogni uomo libero e responsabile il superare il pensiero dogmatico, di qualsiasi genere esso sia.

 

Libro della Sacra Legge: Emblema massonico della spiritualità più elevata, a cui il Libero Muratore si ispira nell’impegno assunto di operare eternamente a sgombrare l’Ordine dal Caos. Non ha alcun carattere religioso, intendendo unicamente rappresentare il principio del Sacro, cui è intimamente legato ogni essere umano dotato di raziocinio. Pertanto esso è costituito dalla Bibbia nella Loggia ove prevale la tradizione tipicamente occidentale, dal Corano nei paesi di tradizione musulmana, dai Veda nei paesi orientali di tradizione brahminica, e da un libro non scritto (bianco) od edito in caratteri completamente scomposti nelle Logge di tradizione mista, onde consentire ad ognuno di leggervi quanto ritiene rappresentare il compendio superiore dei Sacri doveri e dei precetti da osservare.

 

Livella: Strumento passivo, munito di capacità di impiego orizzontale e verticale, più completo quindi della perpendicolare (v.). Simboleggia l’uguaglianza sociale, base del diritto naturale, l’equità nella valutazione degli uomini, delle cose e degli eventi, che debbono essere considerati e meditati nella loro sostanza e mai secondo le loro forme ed apparenze. La L. insegna che la conoscenza dev’essere rapportata al piano terrestre, il cui livello è unico, che interessa direttamente l’uomo, e rappresenta il corretto impiego delle conoscenze acquisite. Quando l’Apprendista viene elevato a Compagno d’Arte si dice che passa dalla Perpendicolare alla L. il che significa che egli, dopo aver approfondito gli elementi della conoscenza, diventa capace di considerarli nelle loro molteplici relazioni con l’universo.

 

Loggia: Termine derivato dal francese loge e dal franco tedesco laubja, pergola. La L. rappresenta sia il locale (Tempio) adibito alle riunioni rituali sia, estensivamente, l’assemblea stessa dei Fratelli. Il nome deriva dalle baracche costruite sul luogo di lavoro dalle corporazioni edilizie medievali, che servivano anche per le riunioni dei soci muratori e costruttori per la discussione dei progetti di costruzione. La L., corpo primario e fondamentale della Comunione, è la collettività autonoma e sovrana dei Liberi Muratori ritualmente e regolarmente costituita per lo svolgimento dei Lavori Massonici; si riunisce almeno una volta al mese, lavora secondo la Costituzione, il Regolamento dell’Ordine ed il Regolamento interno.

 

Luci: Termine che in Massoneria indica i tre primi Dignitari cui è affidato il governo di ogni Loggia, ovvero il Maestro Venerabile (v.), il Primo Sorvegliante (v.) ed il Secondo Sorvegliante (v.). Quando essi si riuniscono per l’adozione di decisioni formano il Consiglio delle L. (v.), mentre una loro riunione, convocata per adottare provvedimenti disciplinari nei confronti di Fratelli ritenuti colpevoli di colpa massonica, viene chiamato Consiglio di Disciplina (v.). Attributi delle tre L. della Loggia sono rispettivamente la Saggezza (Minerva), la Bellezza (Venere) e la Forza (Ercole).

Luna: il simbolo della L. è presente nel Tempio massonico sia all’Oriente, alla sinistra del Maestro Venerabile, sia nel quadro di Loggia (v.). Simboleggia l’immaginazione, che riveste le idee di una forma appropriata. Rappresenta inoltre la comprensione e la femminilità passiva.

Maestro Massone: Designazione del terzo Grado della Massoneria, attributo dell’Iniziato che è potenzialmente riuscito ad assimilare tutti i segreti dell’Arte Reale. Fu introdotto nella Massoneria inglese solo a partire dal 1733. Fino ad allora esistevano infatti due soli gradi, ovvero quello d’Apprendista (v.) e quello di Compagno d’Arte (v.). La Maestria rappresenta ritualmente e simbolicamente l’iniziazione massonica definitiva. Il titolo di M. era prima di allora riservato unicamente al Compagno eletto alla conduzione della Loggia, l’attuale M. Venerabile (v.). Fu a quel tempo che entrò nella ritualità la leggenda di Hiram (v.), di origini mai completamente chiarite.

 

Maestro Venerabile: Il M.V. ISPRIA, PRESIEDE,GOVERNA e rappresenta la Loggia; nell’esercizio del magistero iniziatico la sua autorità è sacra ed inviolabile. Egli svolge gli atti rituali di sua competenza, esegue, con la collaborazione dei Dignitari e degli Ufficiali, le deliberazioni adottate dalla loggia, ed è responsabile dell’esecuzione delle deliberazioni degli Organi del Grande Oriente. Può essere eletto fra i fratelli che abbiano non meno di tre anni di anzianità nel Grado di Maestro e che abbiano ricoperto una carica di dignitario per almeno un anno, Rimane in carica un anno, e può essere eletto tre volte consecutivamente. Alla scadenza del suo mandato, non può essere rieletto M. V. nel triennio successivo, in nessuna Loggia della Comunione.

 

Maglietto: Nel lavoro compiuto su se stesso dall’Apprendista, il M. è l’emblema della volontà manifestata nell’esecuzione del suo compito. Senza la volontà, non è possibile spogliare cuore e mente dai vizi, dai pregiudizi, dagli errori e dalle ipocrisie che, in varia misura, ognuno ha in comune con il resto dell’umanità. Con la volontà si rimuovono tali ostacoli naturali e si superano le difficoltà. Il M. è simbolo dell’intelligenza che agisce, persevera e sempre controlla l’azione e la parola. Il M. è utensile attivo, ed è l’emblema della logica, senza la quale è impossibile il discernimento giusto e razionale. Esso rappresenta la maestà del potere iniziatico insito nella Libera Muratoria, e la saggezza della Luce emanata dall’Oriente della Loggia attraverso la mediazione del Maestro Venerabile, coadiuvato dai due Sorveglianti. Pure dotati di M.: è quindi anche volontà di ben fare ed autorità per ben dirigere tutti i Lavori dell’Officina.

 

Massone: Detto anche Libero Muratore, è la denominazione attribuito ad ogni membro attivo della Massoneria Universale. L’Istituzione dei Liberi Muratori ha un unico obbiettivo, identificato nell’elevazione e nel progresso dell’uomo e, conseguentemente, dell’umanità intera. Per conseguirlo, non sceglie il metodo dell’insegnamento, peraltro inapplicabile e quindi escluso nel campo esoterico, ma la ricerca personale, propiziata dall’impegno collettivo nel Tempio, arricchita dall’esperienza dei singoli, stimolata dall’emulazione e rafforzata dall’esempio. Ciò perché la Massoneria non ritiene di avere Verità da trasmettere, pur ribadendo la validità di valori morali validi in ogni tempo e luogo, espressi nell’esaltazione suprema della libertà materiale e spirituale, diritto-dovere d’ogni essere umano e di qualsiasi consorzio civile. Il M. non fa parte di un gregge e non accetta pastori. Egli non mira ad apparire, ma ad essere, ed è portato a conoscere, valutare, scoprire comprendere e meditare tutto su tutto, sfruttando unicamente il proprio raziocinio. Requisito fondamentale d’ogni M. è la condizione di “uomo libero e di buoni costumi”. Uomo libero significa non schiavo di ristrettezze mentali, di pregiudizi e credenze, ma di mente aperta e tollerante, disposto quindi a ricercare attivamente ogni possibile fonte di conoscenza e di verità. Uomo dotato di un atteggiamento mentale imparziale, pronto a modificare idee precedenti ed a sperimentare, desideroso di passare dalle tenebre alla Luce. Di buoni costumi significa uomo dotato di qualità fisiche, animiche e spirituali che non lo pone solo in armonia col mondo di relazione in cui vive ed opera, ma lo conduce a sviluppare quell’intelligenza intuitiva che porta a compiere il salto qualitativo da uomo determinato dall’ambizione e dall’egoismo a Uomo teso ad integrare la propria natura nel ritmo della Legge universale di Evoluzione ed Amore. Si può dire in sintesi che il M. sia alunno di una scuola del pensiero democratico, in cui si formano uomini di spiritualità superiore. Rappresenta l’ideale della comunanza umana, che va cancellando dalla società ogni privilegio ed ostilità di razza, di casta e di nazione, onde congiungerli tutti, in armonica varietà, sotto una comune legge di libertà, di giustizia e d’amore. La Massoneria è accusata di creare sacerdoti della dea Ragione, operatori adogmatici privi delle regole canoniche ideate essenzialmente a sostegno dei cosiddetti portatori della Verità e del loro potere temporale, ed è quindi combattuta da quanti hanno creato il mito della saggezza imposto dal dogma. Le circa trecento scomuniche comminate dalla Chiesa di Roma contro la figura del M., non hanno certo avuto l’effetto auspicato, considerato il fatto che moltissimi sono stati i prelati, anche principi della Chiesa, che hanno comunque voluto e conseguito l’iniziazione muratoria. L’unica conseguenza è stata che, specie in alcuni paesi (come soprattutto l’Italia), la scomunica (v.) ha costretto la Massoneria alla difensiva, trasformandola in un’associazione forzatamente riservata, a tutela della privacy dei suoi adepti, spesso soggetti a ritorsioni o vere persecuzioni nell’ambito professionale in cui operano profanamente. Contro tali atti assolutamente ingiustificati, il Grande Oriente d’Italia ha da qualche anno istituzionalizzato un apposito fondo di solidarietà, mediante il quale interviene per tutelare legalmente ogni M. oggetto di discriminatorie censure attuate contro di lui, come sola conseguenza della sua appartenenza all’Istituzione, dai mezzi d’informazione, da enti pubblici o dalla stessa magistratura. (v. La Luce massonica, di A. Sebastiani, Ediz. Hermes. 1992, Vol. 1°).

Mattoni: Termine massonico con il quale vengono definite le offerte in denaro versate nel Sacco dei Poveri, detto Tronco della Vedova

Mazzuolo: v. Maglietto.

Melagrana: Frutto originario dell’Oriente, simbolo della fertilità, della fecondità, della proliferazione e della discendenza numerosa. Il frutto ricorda quindi il biblico “crescete e moltiplicatevi”. In vari catechismi massonici, i semi della M. sono paragonati ai Fratelli Liberi Muratori che popolano la Terra. Nel Tempio Massonico un gruppo di quattro M: disposte a piramide viene sistemato sulla Colonna J dei Compagni d’Arte.

Menorah: Nome ebraico del candelabro sacro collocato da Mosé nel Tabernacolo, accanto all’Arca della Santa Alleanza (v.). É costituito da sette braccia, con ventidue ingrossamenti (mandorle, boccioli, fiori ), tre per ogni braccio più uno sullo stelo principale. Al culmine di ciascun braccio è posta una fiamma. Alcuni associano ad ogni ingrossamento una lettera dell’alfabeto ebraico e, conseguentemente, della sua trasposizione numerica, considerandolo quindi parte della simbologia cabalistica. É ornamento del Tempio massonico, collocato accanto al Libro della Legge Sacra.

 

Metodi del G.O.I.: Il Grande Oriente d’Italia: · lavora alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo; · osserva gli Antichi Doveri, usi e costumi dell’Ordine; · adotta i rituali conformi alla Tradizione muratoria; · apre il Libro della Sacra Legge sull’Ara del Tempio, e vi sovrappone la Squadra ed il Compasso; · segue il simbolismo nell’insegnamento e l’esoterismo nell’Arte Reale; · applica la distinzione della Massoneria nei tre Gradi di Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro; · insegna la leggenda del terzo Grado; · non tratta questioni di politica e di religione; · inizia solamente uomini che siano liberi e di buoni costumi, senza distinzione di razza, cittadinanza, censo, opinioni politiche o religiose (Gran Loggia del 19-20 Marzo 1994 – Art. 5 della Costituzione dell’Ordine).

Musica Massonica: Fra i supporti ai Lavori massonici, un posto di particolare importanza è occupato dalla musica, quale fattore capace di agevolare la concentrazione e la meditazione, quindi, in ultima analisi, la spiritualità delle Tornate. Vari famosi compositori hanno prodotto musiche rituali massoniche, come il Fratello Jean Sibelius e, più recentemente, Domenico Guaccero, autore nel 1965 di un pregevole Pentalfa per quartetto e tastiera. Tra i monumenti della M. vanno però elencati la Nona Sinfonia di Beethoven, il Flauto magico (v.) di Mozart ed il Messia di Händel (composto su libretto del massone A. Pope). È opportuno mettere l’accento sulla massiccia produzione di M. da parte del Fratello Wolgang Amadeus Mozart, che in tutte le circa 250 opere composte dopo la sua associazione all’Ordine Massonico (gennaio 1785) ha incluso un chiaro e perentorio accento rituale.

 

Dizionario Massonico M – Q

Natura: Secondo la Tradizione, il termine N. è sinonimo di Creato, e viene inteso in una forma assai più ampia rispetto a quello che viene preso in considerazione dalle scienze naturali. La N. è considerata il luogo dove si manifesta la vita, perciò comprende anche tutte quelle manifestazioni che spaziano nell’indefinibile dello spirito. In questo senso include il Macrocosmo ed il Microcosmo e, conseguentemente, tutte le creature e gli eventi che legano in qualche modo i due mondi suddetti. Per questi motivi si deve proporre all’attenzione dei ricercatori la presenza di Leggi naturali di grandissima portata spirituale, che condizionano e regolano tutte le manifestazioni della vita. Sempre tradizionalmente viene caldamente raccomandato ai ricercatori di cercare di leggere nel Gran Libro della N. Un compito arduo che potrebbe forse essere facilitato se si partisse dalla semplice considerazione che ogni essere non è altro che un tassello perfettamente inserito nel gran mosaico della N. stessa, in cui il ricercatore stesso è al contempo artefice e spettatore.

Nodo d’Amore: Termine massonico riferito al tipo di nodo applicato al Cordone di norma di colore rosso, sistemato nel Tempio tra le sue quattro pareti ed il soffitto della Volta Celeste . In totale essi sono sette, e sono comunemente noti come “nodi Savoia”, poiché raffigurati nello stemma araldico di tale casata nobiliare, unitamente alla sigla F.E.R.T. (Fortitudo eius Rodum tenuit). Tale sigla fu istituita da Amedeo VII di Savoia (il Conte Rosso, 1360-91) in onore del padre Amedeo VI (il Conte Verde, 1334-83), a ricordo delle sue gloriose imprese contro i Turchi. Il Beato Sebastiano Valfré, nell’intento di censurare l’atteggiamento libertino comune ai Savoia, diffuse la propria interpretazione di tale sigla, ovvero “Foemina erit Ruina tua”.

Non ti scordar di me: Simbolo massonico non rituale, appartenente alla tradizione tedesca, che l’adottò a partire dal 1934 quando la persecuzione nazista costrinse i membri della Gran Loggia del Sole a riconoscersi tra loro attraverso un piccolo ma significativo distintivo che lo raffigurava. Il N., un piccolo fiore azzurro dotato di cinque petali, nel linguaggio floreale significa amicizia e fedeltà, e con tale significato è entrato a far parte della tradizione muratoria. Nel suo ambito la nostalgia sentimentale interpersonale diventa dolce reminiscenza ed impegno della Brüderkette, la catena fraterna temporaneamente spezzata nella sua manifestazione visibile.
Numeri: La Libera Muratoria sfrutta frequentemente la simbologia dei N., · il Due nelle Colonne , nel Pavimento a scacchi, nella Squadra e nel Compasso , nella suddivisione del Tempio, ecc.; · il Tre nel grado dell’Apprendista , nel Delta Luminoso e nella Cazzuola ; · il Quattro nella Pietra Cubica ; · il Cinque nel grado di Compagno d’Arte e nella Stella Fiammeggiante o Pentalfa ; · il Sette nei gradini dell’Oriente e nel grado di Maestro Massone; · il Dieci nella Tetraktys pitagorica. Secondo antiche tradizioni, i N. fino a dieci hanno diversi significati, ovvero: Uno, il Cielo; Due, la Terra; Tre, l’uomo; Quattro, il Padre; Cinque, la Madre; Sei, il Figlio; Sette, il Senso; Otto, il Cuore; Nove, l’Intelligenza; Dieci, l’Estasi.

Obbedienza: Nel linguaggio massonico, il termine indica l’insieme delle Logge che, unite, costituiscono corpi sovrani, come Grandi Orienti o Grandi Logge.

Occhio: Simbolo filosofico e religioso indicante l’onniveggenza della divinità. Inserito in un triangolo equilatero illuminato diventa simbolo della Perfezione, del Vegliante in Eterno, e come tale fu adottato dalle comunità cristiane primitive, raffigurando anche la Trinità. La Massoneria l’ha adottato come raffigurazione sincretistica del Grande Architetto dell’Universo, quale simbolo di Dio, del Verbo, del Logos, dell’Onnipotente ed Onnisciente Creatore della vita in ogni sua manifestazione universale. Tale simbolo è presente in ogni Tempio massonico come Delta Luminoso , al centro della sua parete orientale, ovvero alle spalle del Maestro Venerabile della Loggia.

Old Charges: Denominazione originale degli Antichi Doveri , il cui testo fa parte delle Costituzioni della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, redatte da James Anderson, coordinate da John Theophilus Desaguliers, e formalmente pubblicate a Londra nel 1723.

Opera al Bianco: Pratica alchemica che consente al neofita di percepire le caratteristiche sottili della materia, e di avvicinarsi allo stadio di sublimazione cosmica, realizzata in seguito nell’Opera al Rosso o Rubedo. Viene anche denominata Albedo .

Opera al Nero: Processo alchemico definito anche Nigredo , attraverso il quale il neofita arriva a cogliere l’intimo significato della materia, ovvero il centro della perfezione passiva, la potenza in attesa di diventare azione. Simboleggia la fase di autofecondazione, indispensabile per l’attuazione della rinascita dopo l’immersione nelle viscere della Terra, sintetizzata nella formula V.I.T.R.I.O.L.

Opera al Rosso: Processo alchemico realizzabile dopo l’Opera al Bianco e l’Opera al Nero, definito anche Rubedo , attraverso il quale il neofita acquisisce l’annullamento totale del proprio io e la sua rinascita alla nuova esistenza iniziatica.

Operatività: Atto dell’operare allo scopo di produrre effetti soprattutto di ordine materiale. (Massoneria) Il termine deriva dagli antichi massoni definiti operativi in quanto muratori, o costruttori, professionalmente impegnati nell’edificazione di grandi costruzioni, come le cattedrali medioevali. Con l’esaurirsi delle commesse, essi furono prima affiancati e poi soppiantati dai massoni speculativi, che ne adottarono comunque simboli, allegorie e rituali

Oratore: Carica dignitaria elettiva di Loggia, designante il depositario ed il custode della Legge, ovvero della Costituzione e dei Regolamenti dell’Ordine e della Loggia.

 

Ordo ab Chao: Motto universale che significa ordine dal disordine, che ogni buon Massone si impegna ad applicare interiormente, ovvero attraverso un’operatività applicata su sé stesso, tesa a sostituire l’ordine alla naturale confusione interiore dell’essere umano.

 

Oriente: Termine corrispondente ad uno dei punti cardinali, ovvero l’Est od il Levante, direzione da cui sorge il Sole. Ha fondamentale importanza nell’architettura, in quanto fin dall’antichità ha condizionato l’orientamento dei luoghi sacri, consacrati alla divinità soprattutto dei templi. La Massoneria universale ha ereditato dalle corporazioni muratorie medievali il privilegio dell’O. Infatti qui siede il Maestro Venerabile per dirigere la Loggia, e questo luogo sacro viene tuttora denominato Trono di Salomone. Inoltre la dimora celeste dei Liberi Muratori defunti è l’O. Eterno

Oriente Eterno: Espressione massonica indicante la dimensione che attende ogni essere dopo la morte, ovvero l’Aldilà, il mondo etereo o spirituale, il Nirvana, il Paradiso, il regno di Dio

P2: Nel Grande Oriente d’Italia è sempre esistita, fin dai tempi di Garibaldi (1877), una Loggia composta di persone importanti che preferivano non rendere ufficiale la loro appartenenza all’Istituzione, soprattutto per evitare il problema dei postulanti, ovvero le inevitabili richieste di favori e raccomandazioni. Per tale motivo quella Loggia era stata definita “Loggia coperta”. In passato avevano fatto parte di questa Loggia personaggi come Saffi, Carducci, Crispi, Bertani, Bovio, Regnoli ed Orlando. Resta il fatto che la P2 non può essere definita vera Loggia massonica. Infatti, fin dalla sua fondazione, era considerata un ricettacolo che potesse mantenere attivi e vincolati all’Ordine uomini che, per la loro posizione sociale, non avrebbero potuto essere membri di Logge ordinarie e soprattutto frequentarne i Lavori. Inoltre alcuni suoi membri si reputavano troppo importanti per dover ripetere i gesti teatrali della ritualità muratoria. Una premessa massonicamente aberrante. La Loggia infatti è il punto d’incontro dei Liberi Muratori, che si riuniscono per la celebrazione dei riti massonici, per la loro formazione culturale e spirituale, per l’approfondimento dei rapporti fraterni ed il sostegno ad iniziative umanitarie. La P2 invece non si riuniva mai. I suoi affiliati erano personalità del mondo politico, militare, finanziario ed accademico, per le quali la superloggia era una sorta di salvacondotto che esonerava dalla frequentazione dei Lavori massonici di una Loggia normale. A partire dal 1960 tale Loggia (“Propaganda 2″, più nota come “P2″), subì una degenerazione di tipo essenzialmente affaristico, che coinvolse una minoranza dei suoi molti componenti. Era allora presieduta da un massone aretino, Licio Gelli, un Maestro Venerabile che si era conquistata la fiducia del Gran Maestro in carica Giordano Gamberini grazie alla sua grande efficienza organizzativa ed al suo dichiarato disinteresse verso promozioni all’interno dell’Ordine. Mentre la P2 si sviluppava incontrollatamente, superando il migliaio di affiliati, per lo più interessati ad inerpicarsi lungo i sentieri d’una ambiziosa scalata politica ed economica, inaccettabile sia per la Massoneria che per la società civile e democratica. Il Gelli sarebbe stato presto sistematicamente al centro delle attenzioni di tutti i mezzi di informazione, per oscure grosse operazioni finanziarie, scandali d’ogni genere e propositi di interferenze politiche (s’era addirittura parlato di golpe). Nella primavera del 1981 ne nacque comunque un clamoroso scandalo che, a causa della notorietà dei personaggi coinvolti, assunse grandi dimensioni, scatenando una campagna di stampa di straordinaria virulenza diretta contro l’intera Istituzione Massonica. Dalle accuse di malversazione si passò a quelle di golpismo, per cui quasi tutte le Case massoniche vennero perquisite, le documentazioni e gli elenchi degli associati regolari sequestrati. L’infondatezza di queste accuse fu riconosciuta dalla Corte di Assise di Roma che, il 16 aprile 1994, assolse Licio Gelli dall’accusa di cospirazione politica. Il caso si era sgonfiato, ma non senza lasciare profonde cicatrici nelle Logge del Grande Oriente d’Italia che, in seguito all’esperienza negativa, ha poi definitivamente assunto una configurazione che inibisce in assoluto le Logge coperte.

 

Palazzo Giustiniani: Denominazione della sede storica del Grande Oriente d’Italia, assunta nel 1901 allorché l’Istituzione vi si stabilì con il Gran Maestro Ernesto Nathan.

Parola perduta: Secondo la tradizione massonica, dalla leggenda di Hiram (v.) si apprende che la P. era a conoscenza esclusiva di tre Maestri, re Salomone, re Hiram di Tiro e l’architetto Hiram Abif. Con l’assassinio di quest’ultimo la parola andò perduta. Viene però ritrovata ogniqualvolta Hiram risorga attraverso il rituale di iniziazione di un Fratello a Maestro Massone.

Parole di passo: La Massoneria non può aprire le porte dei suoi Templi ai profani, così come non può farlo con i Fratelli visitatori che non siano in grado di farsi riconoscere come membri della Fratellanza. Pertanto le P. sono identiche per l’intera Massoneria universale, in ogni parte del mondo, e variano a seconda del Grado acquisito.

Parole sacre: La Massoneria considera sacre le parole che vanno pronunciate all’atto del Toccamento (v.), ovvero quale parte del riconoscimento rituale ed iniziatico tra Fratelli. Esiste una P. per ciascun Grado dell’Istituzione, ed ognuna va scambiata secondo modalità ben definite, talvolta anche attraverso la sillabazione.

Pavimento: Nel Tempio massonico si trova il Pavimento a mosaico, a scacchi bianchi e neri, che evidenzia il concetto duale del mondo manifesto, raffigurando l’insieme di quanto è sotto il dominio dei sensi. Il P. è emblema della vita terrestre dell’uomo, con le sue alterne vicende di gioie ed afflizioni, frammista di bene e di male, di speranze e di delusioni. Inoltre esso rappresenta la rigorosa esattezza con cui tutto si compensa, nel dominio delle sensazioni fatalmente soggette alla legge dei contrasti, e raffigura l’armonia dei contrari.
Pentagramma: Simbolo pitagorico, noto in Massoneria come Stella Fiammeggiante o Pentalfa (v.).

Pentalfa: Antico simbolo esoterico che per gli Egizi raffigurava Horus, figlio di Iside e di Osiride, il Sole. Rappresentava la materia prima alchemica, sorgente inesauribile di vita, fuoco sacro, germe universale di tutti gli esseri. Il Pentalpha è un simbolo ideato da Pitagora, dopo che ebbe risolto il problema del segmento aureo, la parte del raggio di in cerchio corrispondente all’alto del decagono in esso inscritto. Il termine significa “cinque alfa”, ossia cinque principi. Ai quattro già convalidati da Empedocle, Pitagora ne aggiunse un quinto che è unitario, ovvero la natura. Il Pentagramma era dunque il simbolo dei pitagorici, ed era tracciato con una circonlocuzione che significava un triplice triangolo intrecciato. Veniva usato nella loro corrispondenza a significare “sta bene”. Il P. dei greci significava vita e salute. Nella magia bianca rappresenta il microcosmo umano: le cinque estremità del corpo (v. la figura detta Agrippa), ed i suoi cinque segreti centri di forza, che proprio la magia bianca avrebbe il potere di risvegliare. Il P. con una punta rivolta verso l’alto è considerato simbolo attivo e benefico (Magia Bianca) mentre, rovesciato, con due punte in alto, è considerato passivo e malefico (Magia Nera, Baphomet v.). Y (Massoneria) L’Istituzione Muratoria conferisce al P. il significato particolare detto “numero d’oro”, oppure “proporzione aurea”: è la proporzione ermetica per la quale la parte minore sta in rapporto alla maggiore come la maggiore sta al Tutto. É ciò che la geometria indica come divisione di una retta in media ed estrema ragione. Il valore numerico del numero d’oro è 1,618, che in pratica non viene mai usato in quanto, per la tracciatura del P., la rappresentazione geometrica è più immediata e precisa. Le proporzioni del numero d’oro si ritrovano in tutto ciò che nell’uomo crea una sensazione di armonia e di bellezza, ed il loro impiego è di grande aiuto nell’architettura. Per la Libera Muratoria la Stella Fiammeggiante simboleggia esotericamente il genio umano, inteso come raggio di Luce divina. Quindi essa costituisce sempre una promessa della Luce che deve venire. Essa rappresenta il Fuoco filosofico degli Alchimisti, che il Testi definisce la scintilla vitale comunicata dal Creatore alla materia, alchemicamente ottenuta non con la comune combustione, ma con l’acciarino o la lente ustoria. All’interno della Stella, partecipe della sua luce, staziona la lettera “G” (v.), alla quale sono attribuiti remote significanze, quali: G.A.D.U. (v.), God (Dio), Gloria, Grandezza, Gravitazione, Gnosi (v.), Geometria, Genio e Generazione. La Massoneria ha sostituito con tale lettera l’originale ” y “, (yod) ebraico, iniziale di “hahy”, il nome ebraico impronunciabile di Dio, Yhoah (Yehowah). Il P. è l’emblema del libero pensiero e del sacro fuoco del genio, che eleva l’essere umano alle grandi conoscenze superiori.

Perbenismo: Termine generalmente dispregiativo, spesso associato a falsità ed ipocrisia, che rappresenta il desiderio di apparire ad ogni costo onesti, costumati e ligi alla morale sociale comune. Talvolta tale atteggiamento costituisce una sorta di maschera, indossata per nascondere il pensiero e le intenzioni reali, di norma opposti a quelli manifestati attraverso il P. Viene talvolta impiegato durante riunioni ed assemblee per far apparire normali la condotta, l’atteggiamento, l’esposizione di opinioni anche estremiste (anarchiche, rivoluzionarie, distruttive ecc.), espresse da un oratore allo scopo di tentare la coercizione degli uditori onde perseguire finalità di norma contrastanti con quelle formalmente propugnate nell’ambito sociale in cui si svolge la manifestazione. Rappresenta quindi un subdolo e pericoloso inganno, fuorviante in quanto falso e larvato, un vero attentato alla buona fede dell’uditorio. Y (Massoneria) Rappresentando il P. l’espressione innaturale della falsità, la cui manifestazione contrasta con i principi fondamentali propugnati dall’Istituzione massonica, non può che essere condannato e combattuto, specie se adottato nel corso dei Lavori rituali. Contrastando la finalità primaria della Libera Muratoria, rappresentata dalla ricerca della Verità mediante la ragione attivata dalle Virtù e spoglia dei metalli e delle passioni, dev’essere fermamente esclusa da ogni buona Loggia. Il Massone che persistesse nell’adozione del P., è senz’altro passibile di accusa di colpa massonica, ed è pertanto perseguibile dalla Giustizia muratoria.

Perfezione: la Massoneria riconosce la P. nella sola figura del G.A.D.U., al quale proprio per tale ragione dedica i suoi Lavori. Il Massone non aspira alla P., sapendola irrangiungibile per l’essere umano, anche se Iniziato. Tende però a migliorare la propria condizione, le conoscenze e l’etica comportamentale, considerandosi quindi perfettibile.
Pietra Cubica: Rappresenta la pietra perfetta, in cui tutte le dimensioni sono tra loro uguali. É il simbolo massonico legato, con la Pietra Grezza (v.), all’allegoria della costruzione del Tempio dell’Umanità, alla cui edificazione si dedicano tutti i Massoni. Simboleggia l’uomo che, operando su sé stesso, ha superato le sue condizioni primordiali attraverso l’eliminazione sistematica e graduale, iniziaticamente pilotata, delle imperfezioni da cui era costituito. La regolarità dei nuovi elementi costitutivi conseguiti è proporzionale all’abilità ed alla diligenza di ogni singolo Artefice, messe in atto nel corso della lavorazione della sua Pietra Grezza. Quanto di purificato ed istruito si è strettamente collegato ed amalgamato nell’Apprendista Libero Muratore, si manifesterà nella sua realtà nel Compagno d’Arte, dentro e fuori della Loggia. Generalmente nel Tempio massonico la P. viene rappresentata da un Cubo di pietra posto al fianco settentrionale dell’Ara, sormontato da una piramide dalle facciate a triangoli equilateri, onde evidenziarne la perfezione costruttiva.

Pietra Grezza: Simbolo massonico legato all’allegoria della costruzione del Tempio dell’Umanità, alla cui edificazione si dedicano tutti i Massoni. Simboleggia l’uomo come l’ha creato la natura, nel suo stato rude ed incolto, caratterizzato dai vizi e dalle molte passioni che ogni Libero Muratore deve imparare a dominare. La P. simboleggia soprattutto il neofita, che non può essere utilizzato fino a quando, diventato Apprendista, la sua preparazione intellettuale e morale non abbia raggiunto un grado nella scala del perfezionamento sufficiente a fargli guadagnare la patente di affidabilità. La P. dovrà essere squadrata quel tanto che è necessario a consentirne l’impiego con le altre. Al massone viene continuamente ricordato che egli è P. che dev’essere levigata per ricavarne una ben definita personalità, richiesta dalle Leggi geometriche dell’architettura dell’Umanità. La P. dev’essere portata ad una forma più prossima possibile al cubo perfetto, va cioè trasformata dall’Apprendista in Pietra Cubica (v.), che è caratteristica del Grado massonico superiore di Compagno d’Arte.

Pilastri: Nel Tempio massonico sono tre, e sono denominati luci minori della Loggia. Vengono rappresentate con le statue di Minerva, Venere ed Ercole. Essi evocano rispettivamente la Sapienza, la Bellezza e la Forza, doti indispensabili per il proficuo Lavoro dell’Officina, che dev’essere illuminato, irradiato e reso saldo. Minerva rappresenta la sapienza, la ragione, la saggezza nell’ideare ed illuminare il Lavoro; Venere la fede e la Bellezza nel completarlo e nell’irradiarne i frutti, cioè l’accordo tra programma ed azione; Ercole la volontà e la Forza morale nel dirigerlo e sostenerlo nelle difficoltà, onde realizzarlo e consolidarlo. Questi simboli mitologici sono definiti i tre P. della Loggia, poiché si identificano con i tre Dignitari che la governano: il Maestro Venerabile, in quanto è guidato dalla Saggezza con cui gestisce ed inventa; il Primo Sorvegliante, che abbellisce la Loggia garantendovi l’Armonia; il Secondo Sorvegliante, che ne irrobustisce la struttura.

Prerogative del Libero Muratore: (G.O.I.) Il Libero Muratore, con la Iniziazione, viene riconosciuto Fratello. I Liberi Muratori sono reciprocamente tenuti all’insegnamento, alla fedeltà, alla lealtà, alla stima ed alla fiducia. Le P. si perdono solo con l’espulsione dall’Ordine (Art. 7 della Costituzione dell’Ordine).

Primo Esperto: Ufficiale di Loggia, delegato ad assistere e consigliare il Maestro Venerabile nell’assegnazione dei posti ai Fratelli. In particolare egli deve osservare l’iniziando per alcune settimane prima dell’iniziazione, per verificarne pregi e difetti, esortandolo e correggendolo onde portarlo al livello armonico della Loggia.

Primo Sorvegliante: Attraverso lo specifico mandato del Maestro Venerabile, è il responsabile delle due Colonne. Mentre per quella di Settentrione ne demanda i compiti al Secondo Sorvegliante, il P.S. è soprattutto tutore della metà diurna e sempre in luce della Loggia, cioè della Colonna di Settentrione. Egli deve curare l’istruzione dei Fratelli Compagni e dei Maestri neo elevati, perché questi possano proseguire nella realizzazione della via iniziatica muratoria.

Proselitismo: Ricerca assidua ed impegnativa di proseliti (v.), termine inteso specialmente come seguaci di fede dottrinale. Per antica tradizione, l’Istituzione massonica non impegna affatto i suoi adepti nella ricerca di nuovi membri, in quanto essa ritiene che si diventi Massoni spontaneamente e disinteressatamente, quasi per vocazione, senza spinte o suggerimenti. Sebbene manchino codifiche specifiche che regolamentino il P., rimane falso e ridicolo pensare che la Massoneria pratichi una sorta di sotterranea ed esclusiva cooptazione dei suoi membri. Al Massone non è consentito spingere qualcuno verso il Tempio. Secondo le norme prevalenti nel mondo massonico, egli può però informare, indicare le possibilità e la prassi per accedere all’Ordine a chi ritiene sensibile ed adatto alla via iniziatica muratoria. In varie Obbedienze, come negli Stati Uniti ed in Inghilterra, tale sollecitazione viene addirittura indicata come «colpa massonica».

 

Quadrato: Figura geometrica con quattro lati. Secondo la tradizione alchemica (Il Simbolismo Ermetico, di Oswald Wirth. Ediz. Mediterranee, 1984), il quadrangolo simboleggia la materia concreta, ed i suoi lati corrispondono al quaternario degli Elementi. Quando assume la forma del Q. perfetto, rappresenta la pietra cubica, ovvero l’individuo perfettamente equilibrato, pienamente padrone di sé, il cui organismo si adatta in ogni circostanza alle esigenze spirituali. É una condizione ideale conseguibile dall’artista nella fase più geniale della sua produzione, quando il vigore fisico è in lui ancora congiunto alla delicatezza originaria delle impressioni. Nel programma iniziatico massonico il Compagnonaggio corrisponde a tale periodo, particolarmente favorevole al lavoro ed all’azione. Anche il Compagno d’Arte è chiamato a trasformarsi allegoricamente in un cubo perfetto, con gli spigoli tutti uguali e con le facce formanti tra loro angoli retti d’assoluta perfezione.

Quadrilungo: É la figura geometrica rappresentata dal rettangolo che, per i Liberi Muratori raffigura il piano della Loggia dove si svolgono i loro Lavori. Il Q- viene considerato simbolo dello spazio organizzato, creato e sacralizzato. Allorché, partendo dall’Occidente l’Iniziato impara a camminare in un quadrato lungo, gli viene sostanzialmente impartita una lezione di sana e positiva filosofia. Per avanzare verso la Luce, egli deve guardarsi dall’aver fretta, e rimanere prudentemente nell’angusta zona che delimita ciò che riesce a constatare. D’altro canto il rettangolo più largo che alto indica il predominio della passività.

Quadro di Loggia: Supporto massonico ai Lavori rituali, costituito da disegni di norma prestampati su cartone o legno, raffiguranti i simboli del Grado in cui si opera.

 

Dizionario Massonico R – Z

R.L.: Sigla massonica, quasi sempre scritta con i tre puntini (v.) in luogo dei punti, da alcuni interpretata come Reale Loggia (v. Arte Reale), da altri, in maggioranza, come Rispettabile Loggia (v. Abbreviazioni).

R.S.A.A.: Sigla abbreviativa designante il Rito Scozzese Antico ed Accettato (v.), talvolta modificata in R.S.A.& A.

Rito Scozzese Antico ed Accettato: Occorre premettere, per la corretta comprensione del R.S.A.A., che alla base della sua costituzione sta la convinzione che in ogni generazione umana solo pochi, i cosiddetti giusti, conoscono la verità suprema. Questi Giusti sono sconosciuti, poveri, non sono dotti, ed appaiono talvolta come veri giullari di Dio, secondo il concetto francescano. I più piccoli però, secondo la predilezione evangelica, sono i più prossimi alla conoscenza di Dio. I gradi ed i roboanti titoli scozzesi non conferiscono affatto la saggezza; sono solo supporti formali ideati per stimolare l’animo umano ad espandersi. Il R.S.A.A. trae origine, secondo lo storico massone R.F. Gould, da una loggia di maestri scozzesi riunitasi a Londra nel 1733. In quegli anni, sotto la giurisdizione di un Gran capitolo di Edimburgo, avrebbero preso corpo alcuni alti gradi, Nel 1748, in Francia, fece la sua comparsa un grado di Cavaliere d’Oriente, prototipo di vari gradi dell’attuale sistema scozzese. Il primo Capitolo Rosacroce fu fondato a Lione nel 1765; La prima codificazione complessiva del nuovo rito risale al 1786, e viene identificata come Costituzioni di Federico il Grande, il sovrano prussiano illuminato che pare ne fosse invece del tutto estraneo. Il primo Supremo Consiglio del mondo si formò a Charleston (South Carolina) nel 1801, presto seguito da quello francese insediatosi a Parigi nel 1804. Il nuovo Corpo a sfondo sincretistico in 33 gradi si diffuse rapidamente, come dimostra il Supremo Consiglio formato a Milano nel 1805 sotto la protezione napoleonica. Poderoso fu lo sviluppo del R.S.A.A. negli Stati Uniti dove, nel 1813, un Supremo Consiglio per la Giurisdizione Nord germinò da quello di Charleston, insediandosi a Boston ov’è tuttora. La fisionomia del rito vede diversi gradi raggruppati in Logge, Capitoli, Areopaghi, Tribunali e Supremo Consiglio, secondo lo schema strutturale che segue: I) Logge Azzurre od Officine Simboliche (dal 1° al 3° Grado). 1) Apprendista, 2) Compagno, 3) Maestro; II) Logge od Officine di Perfezione (dal 4° al 14° Grado): 4) Maestro Segreto, 5) Maestro Perfetto, 6) Segretario Intimo, 7) Prevosto o Giudice, 8) Intendente delle Costruzioni, 9) Maestro dei Nove, 10) Illustre Eletto dei XV, 11) Sublime Cavaliere Eletto, 12) Gran Maestro Architetto, 13) Cavaliere dell’Arco Reale, 14) Grande Eletto o Sublime Muratore; III) Capitoli od Officine Rosse (dal 15° al 18° Grado): 15) Cavaliere d’Oriente o della Spada, 16) Principe di Gerusalemme, 17) Cavaliere d’Oriente e d’Occidente, 18) Cavaliere Rosa Croce; IV) Areopaghi od Officine filosofiche (dal 19° al 30° Grado): 19) Gran Pontefice o Sublime Scozzese, 20) Venerabile Gran Maestro, 21) Noachita o Cavaliere Prussiano, 22) Cavaliere Reale dell’Ascia o Principe del Libano, 23) Capo del Tabernacolo, 24) Principe del Tabernacolo, 25) Cavaliere del Serpente di Bronzo, 26) Scozzese Trinitario o Principe di Grazia, 27) Gran Commendatore del Tempio, 28) Cavaliere del Sole, 29) Gran Scozzese di Sant’Andrea, 30) Grande Eletto Cavaliere Kadosh; V) Tribunali: 31) Grande Ispettore Inquisitore Commendatore; VI) Concistori: 32) Sublime Principe del Real Segreto; VII) Supremo Consiglio: 33) Sovrano Gran Commendatore Generale.

 

Rituale: In Massoneria è l’insieme delle dichiarazioni, degli atteggiamenti e dei movimenti simbolici risalenti alle origini dello spiritualismo occidentale, da cui nacquero la misteriosofia, la tragedia greca ed alcune scuole filosofiche, tra cui quella di Pitagora

 

Rituale Emulation: É un rituale particolare rappresentante la forma abbreviata della “Emulation Lodge of Improvement” di Londra, applicato ai Gradi Simbolici della Massoneria. La prima Loggia di Miglioramento era formata da soli Maestri, e si costituì nel 1823. Suo scopo era di insegnare il preciso Rituale approvato nel 1816 dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Principio base del sistema era che nessuno avesse il diritto di alterare o modificare, sia nel testo che nelle usanze, questo particolare Rituale.

 

Rituale per la Festa della Luce: Si tratta di un rituale di evidente origine nordica, oggi usato soprattutto nella Massoneria tedesca ed in qualche Loggia centro-settentrionale del Grande Oriente d’Italia, per la celebrazione del Solstizio d’Inverno. Come il Rituale del Solstizio d’Estate o della Festa delle Rose, esso coinvolge anche i profani, soprattutto le Sorelle, che hanno così a disposizione un’opportunità unica per verificare direttamente la peculiare tipologia del Lavoro Muratorio. Proprio per tale ragione risulta molto apprezzato dalle donne, di norma escluse dal Tempio Muratorio, ma anche da parte dei profani, che hanno la possibilità di gustare un piccolo assaggio sulle aspirazioni dei loro amici Massoni. Non si tratta di un vero e proprio Rituale Massonico, ma l’ispirazione druidica e muratoria è decisamente palese.

 

Sacco dei poveri (Tronco della Vedova): Sporta o borsello nella quale i Massoni depongono anonimamente le loro oblazioni prima della chiusura dei Lavori rituali nel Tempio. La raccolta delle oblazioni rappresenta un dovere massonico, ed ha finalità esclusivamente filantropiche .

Sacco delle Proposte Tacite: Borsello o sporta in cui il Libero Muratore depone, con modalità di assoluto rispetto dell’anonimato, proposte (p. es. di Aumenti di Salario o passaggi di Grado a favore di Fratelli giudicati meritevoli), istante e richieste rivolte alla Loggia cui appartiene. Il S. viene fatto circolare prima della chiusura dei Lavori rituali, di norma, insieme al Tronco della Vedova

Sacralità: Qualità di quanto è sacro o sacrale. La Massoneria considera la S. come condizione spirituale da introdurre nel tempio attraverso la spoliazione dai metalli, operazione cui deve sottoporsi ogni adepto nella Sala dei Passi perduti, prima di accedere ai Lavori rituali. Un’azione individuale realizzabile mediante la concentrazione e la meditazione. Con la successiva squadratura tale azione viene completata, ed il tempio diventa “consacrato”. I lavori vengono poi eseguiti in quel clima diventato sacro, ed ogni sua fase dovrà rispettare appieno tale condizione, semplicemente rispettando le regole ed i principi muratori.
Sala dei Passi Perduti: Denominazione di un ambiente massonico, che praticamente costituisce l’anticamera del Tempio. Non andrebbe confusa con la Sala di ricreazione, anche se spesso i due locali sono coincidenti. Infatti quest’ultima è equivalente al cortile dei templi antichi, mentre la S. corrisponde la peripatoz, dove si perdono i passi, nonché al vestibolo dove si indossano le vesti ed i paramenti adatti al culto od al Lavoro rituale. La Libera Muratoria considera la S. l’ambiente in cui, su invito del Maestro delle Cerimonie, ci si spoglia dell’abito mentale e delle attitudini pertinenti alla vita profana, dei cosiddetti metalli e delle relative passioni, condizione interiore indispensabile per acquisire il diritto di accesso al Tempio

Sapienza: Generalmente considerata come il grado più eminente della conoscenza. Fino a Platone il termine S. è sinonimo di Saggezza, ossia del giusto modo della condotta pratica. Invece con Aristotele la S. viene più propriamente ad indicare la conoscenza delle cose più eccellenti, ossia una virtù eminentemente teoretica, in contrapposizione alla saggezza come virtù pratica. Il carattere divino della S. viene affermato soprattutto nelle filosofie a sfondo religioso dell’età alessandrina, in cui la S. diventa un equivalente del logoz, intermediaria tra Dio ed il mondo. A partire dalla Scolastica (v.) medievale, e per l’intera durata dell’età moderna, il termine torna invece ad essere impiegato nel significato aristotelico di conoscenza perfetta per oggetto e per forma.

Scalpello: Utensile impiegato dall’artista per dare forma e regolarità alla pietra informe da sgrossare, il cui uso è consentito da quello congiunto del Maglietto (v.). Rappresenta la ragione, intesa come potenza esecutrice della volontà, ed è ovviamente l’emblema della scultura, oltre che simbolo del pensiero fermo, perseverante, ponderato, della risoluzione decisa ed inderogabile. Lo S. copre un ruolo importante nell’opera che ogni Libero Muratore deve compiere su se stesso. La mente dell’uomo è come un diamante al suo stato grezzo, primitivo: allorché per l’intervento dello S. la superficie esterna viene rimossa, appaiono subito le bellezze latenti nelle sfaccettature di quella pietra. Rappresenta anche l’immagine della parola guidata dalla volontà, dalla virtù e dalla ragione, con la quale si distrugge sempre ogni errore.

Scolpire: In gergo massonico è sinonimo di tracciare, e significa scrivere. Comunemente riferito ad una Tavola (v.), ovvero ad un Lavoro eseguito da un adepto a beneficio proprio e dell’Officina in cui opera.

Secondo Esperto: Ufficiale di Loggia, il cui compito consiste nell’ordinare ed allineare le polarità positive e negative dei Fratelli.

Secondo Sorvegliante: Dignitario di Loggia, tutore della metà notturna, sempre nelle tenebre, cioè della Colonna di Settentrione. Come tale è in grado di rendere realizzabile il Silenzio interiore, specie nei fratelli Apprendisti, dei quali è responsabile per l’istruzione informativa e formativa.

Segno: Forma di saluto palese di riconoscimento ed identificazione, usato in Tempio dai Liberi Muratori per svelare la loro qualifica iniziatica (v. Ordine). Diverso è invece il segno di riconoscimento celato o non palese, che in tal caso viene definito “Toccamento” (v.) v. anche Segni massonici.

Segretario: Dignitario di Loggia, nominato direttamente dal Maestro Venerabile in carica. Oltre a redigere le Tavole delle Tornate rituali (verbali) annotando quanto avvenuto nel corso dei Lavori, il S. funge da filtro a livello intuitivo e spirituale dei Lavori di Loggia. Egli realizza così l’Aria terza di Acquario, sia nella Loggia che nel mondo, a beneficio dei Fratelli e dell’intera Umanità.

Segreto Massonico: Termine che di norma viene citato per definire un o più conoscenze che il massone è impegnato a non rivelare, specie al mondo profano. Ha originato varie ipotesi e congetture, che negli anni ’80 hanno implicato la definizione della Libera Muratoria come società od associazione segreta, i cui membri sono legati tra loro da un severo giuramento, i termini del quale sono stati giuridicamente definiti contrastanti con altri impegni solenni, come quelli assunti da militari e magistrati di assoluta fedeltà nei confronti dello Stato e delle sue leggi e Carta Costituzionale. In effetti il S. esiste, ma ha una natura particolare, ben diversa da quella abitualmente attribuita dal mondo profano.
Silenzio: La Libera Muratoria impone all’Apprendista il S. nel Tempio, soprattutto per agevolare la sua assimilazione dei principi e dei costumi, ovvero l’apprendimento lento e graduale attuato nell’osservazione e nell’ascolto di Tavole e dello scambio di opinioni dei Fratelli più anziani. Per ogni Libero Muratore il S. consiste nell’astenersi dal parlare inutilmente, per il semplice piacere narcisistico di sentire la propria voce o di manifestare la propria presenza, anche quando si è coscienti di non essere in grado di aggiungere alcunché di rilevante alla trattazione corrente. Occorre però aggiungere che qui si tratta del S. del cuore, consistente nel far tacere le passioni ed i giochi esasperati dell’immaginazione, nonché il pensiero foriero di utilità o costruttività nei confronti degli eventi, delle cose e degli esseri. Anche questo è un aspetto compreso nell’esclusione dei metalli dal Tempio, requisito indispensabile per l’instaurazione della sacralità rituale, ovvero per la consacrazione dello stesso Tempio.

Simbolismo: Secondo il Sebastiani (La Luce Massonica, Vol. 2°), come per lo sport è necessario l’esercizio del corpo, la via iniziatica impone l’esercizio dello spirito. L’importanza degli arnesi muratori, visti in chiave Simbolica, è immane ed insuperabile nella costruzione interiore. Occorre considerare che l’intero universo, tutto il Cosmo sono permeati di Simboli. Oggettivamente parlando, si può asserire che tutto è Simbolo, e tutto può essere oggetto di interpretazione in chiave Simbolica esoterica. Anche solo soffermandosi a semplici considerazioni di carattere profano, si rileva che senza i Simboli grafici l’uomo non potrebbe né leggere né scrivere; senza i Simboli verbali, come le parole di un discorso, l’uomo non potrebbe farsi intendere; senza i Simboli matematici la scienza non avrebbe potuto portare l’uomo nello spazio.

 

Squadra: É considerata una delle Luci Maggiori della Loggia, il simbolo più importante del Lavoro massonico, e viene disposta sull’Ara con il Compasso (v.) ed il Libro della Sacra Legge (v.). Per gli operativi era lo strumento idoneo ad erigere un muro, un edificio, una cattedrale. Viene ancora impiegata per controllare l’accuratezza della lavorazione delle pietre sgrossate.

 

Squadrare: In gergo massonico, questo verbo assume due diversi significati: · 1) camminare od ambulare dei Fratelli della Loggia secondo un percorso quadro lungo il perimetro del Pavimento a scacchi (v.) del Tempio. · 2) con riferimento alla Pietra grezza, significa l’operazione di sgrossatura e finitura in forma cubica effettuata su di essa, simbolicamente così rappresentando il compito primario affidato dalla Libera Muratoria soprattutto agli Apprendisti.

Stella fiammeggiante: Simbolo presente nel Tempio massonico, in particolare nella Camera di Compagno d’Arte. Essa viene anche denominata Pentagramma e Pentalfa
Tavola: Per ogni massone, scolpire una T. significa scrivere un messaggio, esporre e trasmettere un’idea, un pensiero, un’opinione su un determinato argomento. Il termine T. viene anche impiegato per indicare un decreto od una circolare riguardante l’Istituzione. Comunemente però indica un messaggio, un discorso in genere programmato (generalmente su temi d’attualità, oppure di tipo iniziatico se non addirittura esoterico), destinato alla lettura formale nel corso di una Tornata rituale dell’Officina. In questo caso rappresenta un Lavoro (v:), ovvero il risultato di un’indagine svolta su un tema particolare di interesse massonico, una sorta di relazione di norma letta in Loggia dall’autore e poi discussa attraverso l’intervento degli altri Fratelli.

Tavola da Disegno: In Massoneria identifica uno strumento operativo trasformato in speculativo dalla moderna Istituzione. Infatti i massoni medioevali la usavano per dettagliare i piani di costruzione, preparati dai Maestri architetti ed esposti nel corso dei lavori, per la consultazione da parte degli operai e supervisori. Oggi la T. è costituita da un rettangolo di carta sul quale il Maestro delle Cerimonie, o lo stesso Maestro Venerabile, traccia il piano di Lavoro programmata per la Tornata. Talvolta vi vengono tracciati strumenti e simboli inerenti il grado in cui i Lavori sono svolti; in questo caso viene denominata “Quadro di Loggia” (v.). Insieme con la Pietra grezza e la Pietra cubica è considerata uno dei gioielli immobili della Loggia.

Tegolatura: Operazione massonica con la quale la Loggia esamina ogni Fratello visitatore che intende partecipare come ospite ai suoi Lavori. Tale operazione di T. diventa complessa e delicata allorché viene esaminato un profano postulante che ha bussato alla porta del Tempio. Y (Fratelli Visitatori) La T. è compito del Fratello Tegolatore, stazionante al di fuori del Tempio nella Sala dei Passi Perduti. Consiste nel verificare la condizione di regolarità dei Fratelli membri di altre Logge od Obbedienze che intendono partecipare ai Lavori in qualità di ospiti. Y (Profani postulanti – Paesi latini) Viene praticamente condotta da tre diversi Fratelli, designati al compito dallo stesso Maestro Venerabile. É condotta soprattutto all’insegna della massima discrezione, caratteristica fondamentale per assicurare un risultato che rispecchi le aspettative della Loggia. Si tratta quindi di verificare se il postulante ha in sé le doti, le caratteristiche psicofisiche, l’embrione degli ideali, le basi culturali, le tendenze e gli interessi etici ed evolutivi che siano compatibili con quelli caratterizzanti la Loggia, onde dare le maggiori garanzie possibili per il successivo successo nel processo di integrazione. Sarà quindi con oculatezza che il Maestro Venerabile sceglierà personalmente i tre Fratelli ritenuti idonei ad effettuare la T., come sarà con estrema discrezione che separatamente li informerà dell’incarico loro assegnato, consegnando ad ognuno i dati necessari ad identificare e localizzare il postulante. Ciascun Fratello Tegolatore contatterà poi l’interessato, per incontrarlo in tempo e luogo opportuni, per analizzarne e valutarne le qualità. Lo scopo sarà raggiunto attraverso una pacata discussione, ponendo le domande più opportune atte a rivelare la reale natura della persona esaminata. Ciascun Tegolatore valuterà l’opportunità di fornire al postulante informazioni sull’Istituzione massonica, sui suoi ideali, principi e regole (capitazioni incluse), nonché sui tempi di norma richiesti per la conclusione delle pratiche burocratiche e l’iniziazione. Ogni Tegolatore provvederà poi, il più tempestivamente possibile, a relazionare discretamente, direttamente, riservatamente e per iscritto al Maestro Venerabile sull’esito della T. effettuata, firmando chiaramente la relazione. Allorché il Maestro Venerabile avrà ricevuto le tre relazioni, se necessario sollecitandole ai Fratelli tegolatori ritardatari, provvederà a darne diretta lettura in Camera d’Apprendista (per assicurare l’anonimato assoluto dei redattori), dando così modo a tutta la Loggia di valutare il postulante e decidere infine, attraverso due diverse votazioni, se approvarne all’unanimità la candidatura a nuovo membro dell’Officina. Y (Profani postulanti – Paesi nordici) La T. viene effettuata direttamente da tutti i Fratelli della Loggia. É opportuno premettere che di norma nei paesi nordici l’Officina si ritrova ogni settimana, ma lavora ritualmente in Tempio una sola volta al mese. Le altre Tornate possono essere definite “bianche” od “aperte”, in quanto ci si raduna intorno ad un tavolo ove vengono servite bevande, in genere birra, ed anche portate di cibo. La partecipazione alle bianche è riservata ai Fratelli, ed a capo tavola prende posto il Maestro Venerabile, che davanti a sé tiene il maglietto. All’altro capo della tavola viene sistemato un leggìo, a disposizione dell’oratore di turno. Al termine della masticazione, il Venerabile invita la Loggia all’apertura dei Lavori, costituiti dalla scolpitura di una Tavola di contenuto massonico e dai successivi commenti dei Fratelli. Alle Tornate aperte può partecipare chiunque, anche i profani. Vi si dibattono temi d’interesse generale, e sono sfruttate proprio per valutare i postulanti. In due o tre diverse serate il profano, invitato espressamente a presenziare, viene ogni volta circondato da Fratelli diversi, e quindi così scandagliato da tutti. Evidente che l’intera operazione richieda alcuni mesi. La votazione della Loggia sull’idoneità, ancora espressa all’unanimità, evidenzia poi l’opinione ricavata nel corso della T. collettiva. Y (Nel Tempio) La T. è l’operazione rituale condotta nella Loggia prima dell’apertura formale dei Lavori. Consiste nel riconoscimento eseguito dai Sorveglianti della condizione di massoni di tutto coloro che presenziano ai lavori. La T. viene anche effettuata a cura del Fratello Tegolatore, coadiuvato se necessario dal Copritore Interno, nella Sala dei passi perduti, sui Fratelli visitatori, onde accertarne l’effettiva appartenenza all’Ordine. Nelle obbedienze nordiche consiste in una serie di precise domande cui debbono corrispondere ben determinate risposte. Mancando queste o parte di queste, l’accesso ai Lavori è affidato al buon senso ed alla tolleranza dei Fratelli Tegolatori, che restano considerati comunque garanti dei Fratelli tegolati.

 

Tempio: Il T. massonico è a forma di quadrolungo, ovvero di rettangolo, con un’unica porta d’accesso che viene simbolicamente considerata orientata ad occidente. Ai lati di questa porta si trovano due colonne di elevato valore simbolico. La sala ha una volta azzurra cosparsa di stelle, ed è simbolicamente sostenuta da dodici colonne: sei a settentrione e sei a mezzogiorno, ognuno contraddistinta da un segno zodiacale: esse ricordano le singole verità individuali, rappresentando pertanto un richiamo alla Tolleranza. Intorno alle pareti del T. corre un cordone (v.) rosso, in cui vi sono sette nodi d’Amore (profanamente noti come nodi Savoia), il mediano dei quali è situato al centro della parete orientale, e le cui estremità terminano con fiocchi avvinti alle due Colonne “J” e “B”. Il T. identifica il punto geografico, geometrico o geodetico, in cui lavorano i Liberi Muratori. É una raffigurazione del Cosmo, le cui dimensioni non sono definibili, sia in Massoneria che in tutte le religioni. Infatti per il Massone le sue dimensioni vanno da Oriente ed Occidente, dal Settentrione al Mezzogiorno, e dallo Zenit al Nadir. É quindi definito come “un punto situato nel Cosmo, noto ai soli figli della Vedova”. I Lavori che vi si svolgono presuppongono un particolare stato di coscienza da parte di tutti i Fratelli partecipanti. Questo stato di coscienza si identifica con lo stato interiore, a cui fa riferimento il rituale massonico con l’abbandono dei metalli al di fuori della Loggia; una condizione imposta al profano prima della sua iniziazione, e sempre richiesta ai Fratelli prima di accedere al T. al seguito del Maestro delle Cerimonie. Tale stato mentale è assolutamente essenziale per distinguere la Loggia da qualsiasi altra possibile forma di assemblea di uomini, riuniti per perseguire un comune ideale. Tipico ed esclusivo delle sole società iniziatiche, esso implica il totale ed assoluto distacco dal mondo profano, con i suoi tipici vizi e con le passioni che ne derivano. Quindi nel T. si è posti in una situazione interiore particolare, essendo soggetti alle energie interagenti nel Cosmo, nell’ambito della Legge del G.A.D.U. (v.). La comprensione e la padronanza di tale peculiare stato d’animo diventeranno vieppiù accessibili nel corso dell’analisi dei riferimenti e dei simboli presenti nel T., giunti fino a noi attraverso la stretta via della Tradizione Iniziatica, di cui l’Istituzione Muratoria rappresenta il filone occidentale più valido ed attivo. Il T. in sé è quindi un simbolo, sicuramente il più complesso tra tutti i moltissimi simboli muratori. Esso racchiude tutta una serie di significati operativi e sperimentali riferiti all’essere umano, e compresi nell’imperativo “Conosci Te stesso”

 

Tempio coperto: Espressione massonica usata dal Fratello Copritore Interno nel corso del rituale di apertura dei Lavori, per segnalare al Secondo Sorvegliante che nelle immediate vicinanze del Tempio non vi sono profani

 

Tesoriere: Dignitario di Loggia, avente le seguenti funzioni: a) custodisce i fondi della Loggia che ne costituiscono il Tesoro; b) provvede alla riscossione delle capitazioni e di ogni altro contributo dovuti alla Loggia ed agli Organi del Grande Oriente d’Italia; c) dà corso ai pagamenti contro ordinativo del Maestro Venerabile; d) cura l’impiego del tesoro secondo i deliberati della Loggia in Terzo Grado; e) tiene in ordine ed aggiornate tutte le relative contabilità, e rimette periodicamente al Secondo Sorvegliante una nota dei Fratelli morosi verso il Tesoro di Loggia, specificando per ciascuno la causale e l’entità delle somme dovute; f) redige annualmente il rendiconto delle entrate e delle uscite. Le funzioni del T. non possono essere cumulate con quelle di Architetto Revisore (Art. 38 del Regolamento dell’Ordine).

 

Testamento: Al profano in procinto d’essere iniziato, allorché si trova rinchiuso nel Gabinetto di Riflessione (v.), viene chiesto di redigere il proprio T., che è di tipo puramente filosofico. Si trova così a dover rispondere a tre distinte domande, riferite a Dio, a sé stesso ed al prossimo. Ad esso egli deve rispondere alle domande con spontanea ed assoluta sincerità. Per muovere correttamente il primo suo passo, egli deve mostrarsi spoglio di ogni superficialità, pregiudizio ed artificiosità. Non facendolo, rispondendo per esempio com’egli ritiene che le sue affermazioni possano essere gradite a chi le legge, magari alla luce di quanto ha fino a quel momento appreso della Massoneria, egli renderebbe fittizia ogni azione successiva, compromettendo pesantemente la validità della sua stessa iniziazione. In tal caso la sua susseguente esperienza nella Libera Muratoria non potrà che risultare stupida, povera, dispersiva, inconsistente, pesante, e quindi soprattutto assolutamente inutile. L’atto iniziatico che avrebbe dovuto nobilitarlo non rappresenterà che tempo perso stupidamente.

 

Tetraktys: Serie dei primi quattro numeri, la cui somma è uguale a dieci. Secondo il Boucher, la T. per i Pitagorici aveva un carattere sacro, convalidato dalla formula “Lo giuro per colui che ha rivelato alla nostra anima la Tetraktys, che ha in sé la sorgente e la radice dell’eterna natura”. Considerata in sé stessa, la T., con i numeri che la compongono, riassume tutti gli insegnamenti relativi al mondo creato: 1) Fuoco – Spirito creatore; 2) Acqua – Materia; 3) Aria – Unione dello Spirito con la Materia; 4) Terra – Forma creata. Nell’accessione unitaria è il simbolo della Decade, praticato nelle Camere dei maestri Architetti del Rito Simbolico Italiano. Lo stesso punto principale si sdoppia, si triplica e si quadruplica, senza degrado qualitativo, formando un triangolo in cui l’Unità è il vertice ed il Quaternario è la base. Comparando simbolismo numerico e simbolismo geometrico, scopriamo l’esistenza di un’analogia tra il Dieci ed il Punto entro il Cerchio, ovvero il Cerchio centrato, del grado di Maestro nella tradizione anglosassone. Infatti nella tradizione il valore numerico di un centro o Punto è uno, e quello della circonferenza è nove; tale simbolismo suggerisce l’ipotesi che la Decade rappresenti la perfezione relativa allo spazio-tempo circolare, ovvero l’immanenza divina. Nell’antica Schola italica la T. simboleggiava l’armonia universale e l’ascesa dal molteplice all’Uno. Ma più che nell’essenza la T. va considerata negli sviluppi dell’insegnamento pitagorico, negli sforzi che l’Umanità ha compiuto e compie per giungere alla Verità.

 

Trinomio: Rappresenta la sintesi dei più importanti princìpi propugnati dalla Libera Muratoria ed ostentati all’ara del Tempio, ovvero la Libertà, l’Uguaglianza e la Fratellanza, unitamente a quello forse più ribadito per la sua essenzialità: la Tolleranza. Essi sono: · 1) La Libertà: è potere di decisione autonoma, di azione secondo la propria volontà, incondizionata da vincoli, obblighi, impegni o limitazioni dispotiche, norme o sistemi tirannici. É quindi condizione di chi è libero nei movimenti, non essendo né schiavo né prigioniero, neppure in senso figurato. É potere d’azione nell’ambito d’una società organizzata, secondo la propria convinzione e volontà, naturalmente agendo entro i limiti definiti dalle leggi od i princìpi comunque riconosciuti validi dalla società stessa in cui si opera. · 2) L’Uguaglianza: è il principio per cui tutti gli uomini sono considerati simili, di pari dignità, valore ed importanza, senza distinzioni o privilegi, specie davanti alle leggi dello stato. É il principio per cui a tutti gli uomini dev’essere assicurata la libertà dal bisogno, ponendoli così in una condizione di parità reale e non solo formale. · 3) La Fratellanza: è reciproco sentimento di amicizia ed affetto, veramente fraterno, è legame stabilito tra chi combatte sotto una stessa bandiera o per la medesima causa. É accordo profondo, spirituale, tra persone non necessariamente legate da vincoli di parentela. In aggiunta al T. è importante per la Libera Muratoria il principio della · Tolleranza: è capacità di sopportazione per quanto è, o potrebbe rivelarsi, dannoso o sgradevole per noi. É disposizione d’animo per cui si ammette, senza ostentazioni di contrarietà, che qualcun altro professi un’idea, un’opinione, una religione, una politica, diversa od addirittura contraria alla nostra. In breve, essa è incondizionata accettazione di un disteso rapporto con il diverso, anche del più occulto rovescio d’una medaglia. Indubbiamente valida la loro sintesi, ben espressa da una nota massima voltairiana: “Sono pronto ad ascoltare con grande attenzione le tue idee, specie allorché sono in contrasto con le mie. Così come sono sempre pronto a versare il mio sangue perché tu possa liberamente esprimerle”. Sono princìpi indubbiamente molto nobili, che la Massoneria speculativa dei “Moderns” ha fatto propri, avviandosi ad ammettere, ad accettare” “tra le proprie fila, quanti muratori, costruttori ed architetti non erano affatto. Questo nell’intento di rendere più attuale, pratica ed attraente, un’istituzione che stava abbandonando la strada dell’operatività degli “Antients”, dei Massoni costruttori di Cattedrali, ovvero dei nostri predecessori, dei nostri antenati, onde tentare d’operare su allora moderni piani e livelli, decisamente ben più sottili che mai nel suo pur glorioso passato.

Tornata: Termine massonico indicante una seduta di Lavoro rituale. Può essere ordinaria, ovvero compresa come data ed ordine del giorno nel Programma annuale dei Lavori, oppure Straordinaria. I due casi sono regolamentati dal Regolamento dell’Ordine, rispettivamente agli Artt. 51 e 52.

 

Tre: Nella storia delle religioni, riunione di trinità in gruppi di tre denominati Triade, un numero considerato simbolo di perfezione. Il T. si ritrova tanto nel mito quanto nel culto delle grandi religioni politeiste; a volte è formato secondo le leggi dell’associazione umana, come nel caso della famiglia divina di Osiride, Iside ed Horus, nella religione cristiana, o di Giove, Giunone e Minerva nella religione romana. Altre volte è formato da divinità rappresentanti elementi naturali, come nel caso babilonese di Anu (cielo), Enlil (aria e terra) ed Ea (oceano). Caso diverso è quello della trimurti indiana, che rappresenta piuttosto una trinità, in quanto è l’unità sostanziale, l’assoluto incorporeo che si manifesta sotto tre diverse forme: Brahma il creatore, Visnù il conservatore e Siva il distruttore. Y (Massoneria) Secondo Jung il T. non è che l’Uno diventato conoscibile, di fatto un sinonimo per un processo di sviluppo nel tempo, e costituisce con ciò un parallelo all’autorivelazione di Dio. Il rapporto della triade con l’unità può essere espresso da un triangolo equilatero, ovvero dall’identità del T., dove in ognuno dei tre angoli diversamente indicati è data ogni volta la triade intera. Per il Moramarco, il T. è il numero simbolico dell’Apprendista Libero Muratore. È il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, è la scoperta del vertice, il terzo termine che unifica dall’alto i due opposti ad un capo ed all’altro della retta sottostante. Il T. è dunque numero simbolo di armonia attiva e radice di ogni ulteriore estrinsecazione delle operazioni dell’Uno nell’alterità del molteplice. Secondo la Arber (Il molteplice e l’Uno) lo schema triadico rappresenta un tipo antichissimo di pensiero costruttivo, radicalmente connaturato alla mente. Il Dio del cristiano è Unità, esistente in tre modi. Così la parola Padre ci presenta Dio nel suo modo di essere di principio fondamentale. La parola Verbo ci presenta Dio nel suo modo di essere di pensiero o sapienza che Egli, pensandoci fin dall’eternità, genera ab aeterno. Le parole Spirito Santo ci presentano Dio nel suo modo di essere di Amore, che procede dal padre, il quale si conosce nel Verbo. L’esperienza mistica fa intuire al credente cristiano che la Trinità è l’espressione stessa dell’Amore, tanto nei rapporti interni di Dio con sé stesso, quanto nei Suoi rapporti con l’umanità. Ed appunto perché è Amore, Dio è Dio per noi (Padre), Dio con noi (Figlio), Dio in noi (Spirito Santo).

Tre Domande: Sono diventate proverbiali, e vengono generalmente considerate esistenziali. “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo”. Secondo gli studiosi della Libera Muratoria, almeno una volta nella vita ognuno si è posto queste tre domande, alle quali non è certo facile dare una precisa risposta. Tuttavia ci si deve rendere conto che, al di la delle risposte, le tre domande esistenziali propongono alcuni punti essenziali che pervadono da sempre la nostra esistenza: · il bisogno ed il desiderio di raggiungere la coscienza della nostra essenza; · l’accettazione implicita di essere viandanti nella vita, provenienti da un’origine e diretti verso una meta quasi mai definita; · il bisogno ed il desiderio di raggiungere la consapevolezza del percorso che ci compete. Il tutto riferito all’inevitabile conclusione del cammino, ove attende inesorabile e paziente la grande ignota, la morte. Le tre domande costituiscono un’oggettività comune a tutti gli uomini, anche se i contenuti delle risposte sono unici e peculiari per ogni singolo individuo. Quali possano essere le ragioni dell’esistenza di tali punti essenziali, e quali le finalità: solo nel segreto della coscienza di ciascuno è reperibile la coerente individuale risposta al quesito. Ulteriori approfondite informazioni sull’argomento sono reperibili alla voce “Lavoro” Massonico (v.).

Tre punti: Abbreviazione massonica (\) che, secondo vari studiosi, proviene da un simbolismo antichissimo risalente all’epoca in cui i Collegi dei Saggi si riconoscevano per quelli del Nord (\ un punto in alto e due alla base) oppure del Sud (un punto alla base e due in alto); venne usato per la prima volta in Massoneria in una circolare del 12 agosto 1774 del Grande Oriente di Francia. I T. sarebbero anche il simbolo di vari concetti, quali “Passato-Presente-Futuro”, “Libertà-Uguaglianza-Fraternità”. Essi hanno anche riferimento con il Compasso (v.) aperto, di cui il punto di testa rappresenta il Sole, datore di vita, e gli altri due la duplice polarità universale. Rappresentano anche le tre Persone che non formano unità se non in Dio. Infine ricordano le tre facoltà della ragione, della memoria e della volontà; l’attivo il passivo ed il neutro; l’occultazione del Triangolo (v.).

Triangolo: Poligono di tre lati, quindi con tre vertici. Come simbolo massonico, è presente nel Tempio sotto la denominazione di Delta Luminoso (v.). Nella tradizione pitagorica, in cui si manifesta come Tetraktys, il T. simboleggia l’ascesa dal molteplice all’Uno, mentre in quella cristiana rappresenta la Trinità divina, archetipo della struttura triadica dell’essere, che si sostanzia in pensiero, amore e potenza. Nell’ambito massonico il T. va interpretato soprattutto come vettore direzionale, nella cui verticalità apicale simboleggia il Lavoro, la dynamis, rivolto alla gloria del G.A.D.U. (v. Tre).

 

Toccamento: Segno non palese dato con una particolare forma di stretta di mano, con il quale il Libero Muratore si fa riconoscere da un altro Fratello ogni qual volta gli viene richiesto di farlo. I T. sono diversi a seconda del grado massonico ricevuto. Generalmente il T. viene seguito dalla parola sacra. Secondo gli studiosi, nei tempi antichi i T. rituali avrebbero rivestito un’importanza non soltanto psicologica ma anche fisiologica, in quanto avrebbero consentito l’attivazione e l’orientamento delle forze di natura psichica; si deve quindi presumere che chi a suo tempo ha introdotto l’impiego del T., doveva anche essere profondo conoscitore delle forze psichiche, nonché dei punti fisici attraverso cui tali forze penetrano più agevolmente nell’organismo umano

 

Tracciare: In gergo massonico è sinonimo di scolpire, e significa scrivere. Comunemente riferito ad una Tavola (v.), ovvero ad un Lavoro eseguito da un adepto a beneficio proprio e dell’Officina.

Ufficiali di Loggia: La Massoneria impiega questa espressione per definire i Fratelli che celebrano un ufficio o che prestano un servizio ricoprendo cariche nell’ambito della Loggia. Sono considerati U.: · l’Archivista (contrassegno: due Colonne, siede a fianco del Segretario); · il Guardasigilli (siede a fianco dell’Archivista); · il Primo Esperto (una spada, siede con le spalle appoggiate al seggio del Segretario); · Il Primo ed il Secondo Diacono (una colomba, entrambi sono muniti di verga, il Primo siede alla destra del Maestro Venerabile, il secondo alla destra del Primo Sorvegliante); · il Portastendardo (siede alla testa della Colonna del meridione); · l’Araldo o Portaspada (siede in testa alla Colonna del settentrione); · il primo Architetto (munito di Misura, siede accanto al Portastendardo); · l’Architetto Revisore (munito di Compasso, siede accanto al primo Architetto); · l’Economo (siede accanto al Tesoriere); · il Maestro di Casa (Cornucopia, siede accanto all’Economo); · l’Elemosiniere (corona d’Acacia, siede accanto all’Araldo); · l’Ospitaliere (un calice, siede accanto all’Elemosiniere); · il Copritore Interno (due chiavi incrociate, siede accanto al Secondo Diacono). Inoltre vi sono · l’Esperto Tegolatore, · il Copritore Esterno, · il Fratello Terribile, · quello Preparatore, · il Sacrificatore ed · il Censore. Nella Loggia è consentita la nomina di un Oratore Aggiunto, di un Segretario Aggiunto e di Ufficiali Aggiunti. Gli Uffici sono cumulabili, tranne quelli dei Dignitari (v.).

Uguaglianza: Termine con il quale viene comunemente rappresentato il principio per cui tutti gli uomini sono considerati simili, di pari dignità, valore ed importanza, senza distinzioni o privilegi, specie al cospetto dell’Essere Supremo, ma anche davanti alle Leggi dello Stato. L’U. è il principio per cui a tutti gli uomini dev’essere assicurata la libertà dal bisogno, ponendoli così in una condizione di parità effettiva, reale e non solo formale. É uno dei principi fondamentali della Libera Muratoria, che richiede ai suoi adepti il riconoscimento della condizione di assoluta parità tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla razza, dalla posizione sociale, dalla professione esercitata, dalla nazionalità, dalla religione professata e dall’ideale politico espresso. Davanti al Grande Architetto dell’Universo tutti gli uomini non possono che essere Fratelli, senza distinzione alcuna. Il termine U. fa parte del Trinomio (v.) massonico.

Umiltà: Una virtù fondamentale alla base dell’uomo di buoni costumi. É semplicità, è coscienza della propria debolezza, dei propri limiti, specie se si confrontano le proprie capacità e le mete raggiunte con la grandezza e la perfezione del Creatore, ovvero la pochezza umana con le meraviglie della natura. L’U. è modestia e riservatezza, nei modi e nel contegno, è soffocazione dell’esibizionismo, dell’ostentazione delle capacità e delle doti. Per meglio afferrare il significato del termine, è opportuna l’identificazione degli opposti, o contrari, che potrebbero essere rappresentati dall’orgoglio, dalla superbia, dall’alterigia, dall’altezzosità, dall’ambizione, dall’irriverenza, nonché dall’impudenza.

Universale: In filosofia è il concetto generale ed astratto applicabile ad una totalità di individui, ed opposto a particolari termini riferibili solo ad alcuni individui. Nella filosofia medievale la questione degli U., a lungo presente, concerneva il rapporto tra U. e realtà, ossia le diverse questioni: · se gli U. esistono in sé indipendentemente dalle cose individuali (posizione realista); · se gli U. esistono nelle cose individuali (immanentismo); · se hanno valore di concetti logici (concettualismo); · se sono solo simboli slegati da referenti reali e concettuali (terminismo).

Venerabile: Titolo massonico attribuito al Primo Dignitario di Loggia, anche nel suo superlativo assoluto (v. Maestro Venerabile).

 

York (Rito): Nome del Rito Massonico degli alti Gradi, denominato anche Rito Americano.

Zodiaco: Le 12 costellazioni situate intorno all’eclittica. Esse, con i relativi segni distintivi, sono: Ariete (^) – Toro (_) – Gemelli (`) – Cancro (a) – Leone (b ) – Vergine (c) – Bilancia (d) – Scorpione (e) – Sagittario (f) – Capricorno (g ) – Acquario (h) – Pesci (i). Il valore dello Z. è legato alle scienze divinatorie, attraverso il concetto dell’influenza degli astri sul destino di ogni essere umano. Lo Z., come la stessa Astrologia (v.), è di origine babilonese, come si deduce dai ritrovamenti archeologici effettuati in Mesopotania, per i quali le testimonianze iconografiche attestano l’antica tendenza a collegare le vicende degli astri con la vite e le vicende umane. L’Astrologia è tuttora molto diffusa nel mondo, ed è oggetto di larga informazione attraverso tutti i mass media. Y (Massoneria): I dodici segni dello Z. sono sempre evidenziati nel Tempio massonico, con affreschi, ceramiche od impressioni sulle colonne collocate a settentrione e meridione. Ognuna delle cariche dei dodici Dignitari e degli Ufficiali di Loggia sono comunemente associate ad uno dei segni, con un preciso significato di funzione e di responsabilità (v.). Quindi, al di là della loro collocazione fisica, è analogicamente deducibile una collocazione interiore per ognuna delle dodici funzioni. Ogni Fratello Maestro, allorché chiamato a ricoprire una carica, oltre a svolgere i compiti ad essa inerenti, previsti dalla Costituzione e dal Regolamento dell’Ordine, può enucleare interiormente lo stato di coscienza e la qualità energetica propri del segno zodiacale, sotto il cui presidio analogico si colloca. Genericamente i segni dello Z. intendono ricordare ai Massoni le diverse tipologie umane, ognuna diversa da tutte le altre. Quindi essi sono un vero e proprio appello all’applicazione costante ed oculata del principio della Tolleranza. Come il G.A.D.U. simboleggia la Verità, i segni dello Z. rappresentano e ricordano infatti l’esistenza delle singole verità individuali.